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Il comitato civico spontaneo denuncia le menzogne mediatiche

“Ciò che ci ha colpito maggiormente – dichiara Mimmo Gianturco, responsabile regionale del movimento CPI – è il messaggio che i media nazionali e locali stanno facendo passare dai loro organi d’informazione, ovvero quello che i cittadini rosarnesi sono razzisti e xenofobi. Nulla di più sbagliato. Da oltre venti anni la città di Rosarno aiuta quotidianamente e come può, gli innumerevoli immigrati clandestini presenti nella piana di Gioia Tauro, con pasti caldi, fornendogli indumenti e prodotti per l’igiene. Tutto questo senza il minimo aiuto da parte dello Stato. ”
“Abbiamo parlato con i cittadini rosarnesi – continua Gianturco – ascoltato le loro problematiche, le loro paure e la loro incredulità che in un momento come questo, si sentono abbandonati da chi dovrebbe tutelarli e inoltre si vedono accusati di razzismo. Ci hanno precisato che è stato formato anche un comitato civico che tuteli loro e l’immagine della Città di Rosarno, che già vive condizioni difficili per la presenza ingombrante della ‘ndrangheta. E’ impensabile che in un momento come questo ci si soffermi sia a trovare il capo espiatorio di turno, come gli immigrati, che inserire la difesa del territorio da parte dei cittadini in una logica xenofoba. Bisogna sempre andare alla radice del problema. Tutto nasce dalla nuova politica mondiale che vuole creare nuovi schiavi da sfruttare a danno di tutti gli italiani con la connivenza di finti organi caritatevoli e di multinazionali, distruggendo l’identità della Nazione e ciò che resta di uno Stato Sociale”.
“I rosarnesi – conclude il responsabile calabrese – ci hanno messo in contatto con il comitato civico spontaneo che ci ha accolto in una loro riunione, esponendoci le loro perplessità dovute alla cattiva informazione degli organi di stampa. Abbiamo dato loro la nostra solidarietà, la nostra disponibilità ed il nostro massimo impegno a far si che vengano tutelati i diritti fondamentali dei lavoratori rosarnesi, obbligati a lavorare anch’essi con un salario indecente e in una logica costante di precariato, dovuto anche alla concorrenza sleale dell’ immigrazione clandestina”.

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