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Italia e innovazione hanno in comune solo la vocale iniziale

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Tutti i difetti provinciali del nostro capitalismo sono oggi altrettante pietre al collo

L’innovazione è una leva importantissima per la crescita delle imprese e dell’economia tout court. Una crescita che, a livello di singole aziende, si ripercuote anche sui risultati in borsa: il rapporto di BCG sulle 50 società più innovative al mondo del 2023, diffuso questo mese, dimostra che queste ultime battono l’indice Msci World del 3,3% ogni anno. Vediamo quali sono.
Secondo la classifica di BCG, l’azienda più innovativa al mondo è Apple, il colosso americano di Cupertino che ha rivoluzionato il mondo della tecnologia con i PC Mac, l’iPod, l’iPad e più recentemente con il conto Apple Savings, lanciato con Goldman Sachs. La società della mela morsicata è seguita in classifica da Tesla, azienda americana leader nella produzione e commercializzazione di auto elettriche. E’ stata fondata il 1° luglio 2003 da Martin Eberhard e Marc Tarpenning in onore di Nikola Tesla, il grande inventore croato di famiglia serba, naturalizzato statunitense, cui si devono importanti studi nel campo dell’elettromagnetismo, base della seconda rivoluzione industriale. L’attività venne avviata dopo che General Motors decise di richiamare e distruggere le auto elettriche della serie EV1 lanciata nel 2003. Nel 2004 entrò a far parte della società come investitore principale Elon Musk, attuale ceo e da tutti riconosciuto come il punto di riferimento nelle auto elettriche. La terza società in classifica è Amazon, colosso americano dell’e-commerce fondato da Jeff Bezos.

Segue al quarto posto Alphabet, la casa madre di Google, leader dei motori di ricerca. Quinta in classifica Microsoft, il colosso americano dell’informatica di Redmond, fondato da Bill Gates e Paul Allen. Sesta Moderna, farmaceutica americana divenuta famosa per il suo vaccino contro il coronavirus. Bisogna arrivare al settimo posto per trovare una società non a stelle e strisce: Samsung, multinazionale sudcoreana nata nel 1938 attiva oggi nell’elettronica di consumo. Ottava la cinese Huawei, leader nel settore ICT e dei dispositivi smart. Nono posto per un’altra cinese, Byd, produttore di auto elettriche concorrente di Tesla, che fa parte del portafoglio di Berkshire Hathaway, la holding di Warren Buffett. Al decimo posto finalmente troviamo una società europea: la multinazionale tedesca Siemens, attiva nei settori delle tecnologie, della mobilità e dei servizi, con sede a Monaco di Baviera e presente con diversi uffici in circa 200 paesi.

Notiamo amaramente che nessuna società italiana figura tra le 10 imprese più innovative al mondo. Scorrendo la classifica, non troviamo aziende del Belpaese neppure tra le prime 50 società più innovative al mondo. Come mai?
erché l’innovazione latita in Italia
Sono numerosi i motivi per l’innovazione latita in Italia. Innanzitutto, abbiamo un tessuto di imprese costituito principalmente di microimprese: secondo i dati del Politecnico di Milano, le aziende con meno di 10 addetti sono il 95,13% del totale, contro lo 0,09% delle grandi imprese. Tuttavia, sono queste ultime a fare la parte del leone nell’innovazione e negli investimenti, anche perchè possono investirci maggiormente, sia in termini di risorse umane, che finanziarie. Inoltre, come riporta sempre il Politecnico, le microimprese e pmi approcciano in modo poco organico e strutturato l’innovazione, senza sviluppare una strategia da seguire.
Non è un caso che le imprese italiane siano anche indietro sul fronte della trasformazione digitale, a causa di basso interesse degli imprenditori sul tema; scarse conoscenza e adozione delle tecnologie digitali, oltre che utilizzo nel rapporto con fornitori e clienti. Secondo una ricerca dell’università Iulm condotta per Promos nel 2022, solo il 23% delle imprese si definisce altamente digitalizzato e il 35% dichiara di avere una chiara strategia di digitalizzazione.

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