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La garza a Gaza

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Ai bombardamenti chirurgici resiste la chirurgia estetica

Mogli che temono di essere abbandonate, giovani intenzionati a sposarsi in fretta e dottori che distribuiscono iniezioni di botox per poche centinaia di dollari: nelle Striscia di Gaza si moltiplicano gli interventi di chirurgia estetica a conferma di un’attenzione per il look che sopravvive a conflitti con Israele, distruzioni imponenti ed al governo di un’organizzazione fondamentalista come Hamas. E’ un’inchiesta condotta da “Al Monitor” nella Striscia di Gaza a portare alla luce storie come quella di Safa, 28 anni, che dopo aver dato più figli al marito ha temuto di venir abbandonata a causa di un aspetto non più attraente, optando per un intervento al seno che grazie al silicone le ha consentito di essere nuovamente “apprezzata” dal consorte.

 

Ahmad, 32 anni, è invece un uomo che a causa delle troppe rughe sul viso non riusciva a trovare moglie, perché «sembravo un cinquantenne». Ad aiutarlo ci hanno pensato delle iniezioni di botox e in due settimane dalla fine del trattamento si è fidanzato. La richiesta di interventi, di tipo diverso, da parte di uomini e donne è tale che Salah, dottore palestinese emigrato in Grecia, ha scelto di tornare nella Striscia per andare incontro alla richiesta di chirurgia plastica.

 

Come lui, molti altri dottori si dedicano a questo nuovo business in costante crescita: basti pensare che solo in gennaio gli interventi per la rimozione delle rughe sono aumentati del 600 per cento e l’abbellimento delle labbra del 300 per cento rispetto all’anno precedente. Ogni iniezione costa l’equivalente di circa 300 dollari mentre gli interventi chirurgici oscillano da 1000 a 2000 dollari, lasciando intendere che vi sono famiglie che investono cifre non indifferenti per migliorare il “look” al fine di rendere la vita più agevole in condizione di estrema difficoltà, economica e di sicurezza personale.  

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