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La giornata del Ricordo

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Ovvero come cercare di fare dimenticare la propria nullità

Oggi è la Giornata del Ricordo. Il minimo dovuto alle popolazioni giuliano-dalmate che però è diventato anche l’istituzione di una giornata come tante (tipo la festa del papà o san valentino) servita per fornire ai trasformisti alleanzini, portatori del niente, la loro giustificazione. Aver proposto quella celebrazione pensano che li assolva dal loro non essere.
E di che ricordo si tratta poi? Siamo appieno nella sindrome di Cuore Nero e fra l’altro si pensa, con ciò, di fare la pace con il proprio passato, con l’ignobile accoglienza che ebbero da noi del dopoguerra i nostri esuli che rimasero per quarant’anni almeno esuli in patria presso una maggioranza d’italiani vigliacchi e voltagabbana.
Onore agli infoibati e ai giuliano-dalmati. Per il resto guardiamoci in faccia: utilizzare il loro ricordo per le nostre coscienze, per le nostre esibizioni e per mascherare il nostro non essere fa schifo.

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