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La Grecia non sogna più

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Rassegnata ma tra astensione e voto radicale solo un greco su tre sostiene ancora l’establishment 

In Grecia vince la rassegnazione.
La mossa della scorsa estate da parte del giullare di Soros, il clown Tsipras, ha avuto pieno successo. È servita a dimostrare ai greci che non esiste volontà popolare e che si deve sempre e comunque sottostare agli usurai: un capolavoro di cialtroneria perniciosa. Poi, non appena sono arrivati i primi fondi – quasi tutti per le banche – in cambio della svendita dei beni ellenici, lo stesso clown ha sciolto le camere perché sapeva che oggi avrebbe tenuto, tra un anno chissà.
Nel palazzo ateniese si sperava giustamente che,  tra scoramento e rassegnazione, sarebbe cresciuta di parecchio l’astensione. Così è stato, un cittadino su due ha preferito disertare la presa in giro di questi giorni. Questo ha consentito a Syriza di tenere in punti percentuali, forte del fatto che i disastri verranno poi e che, in ogni caso, la sua base è solida, trattandosi dei ceti parassitari greci – che sono quasi la metà della popolazione – che Tsipras si coccola delinquenzialmente a discapito di qualsiasi ripresa produttiva.

L’incertezza della vigilia
L’unico dubbio della vigilia risiedeva nella composizione del nuovo esecutivo e dipendeva da quel che avrebbe ottenuto in termini di voti  la destra oligarchica di “Nuova Democrazia”. La scelta era quindi ristretta tra la riproposizione del governo delle cialtronate estive, ovvero la sinistra sorosiana con un’appendice di destra  ancor più insignificante di Alfano rispetto a Renzi , e il varo di un governassimo d’inciucio globale.
Le cifre per ora dettano il primo risultato. Il che, per il sistema, significa dotarsi di una panchina lunga in vista di altre false alternative, quando nuovi nodi verranno al pettine, o meglio alla gola.

Guadagnare un tempo
Egoisticamente se i dati restano quelli degli spogli serali, mi ritengo contento perché il governassimo avrebbe potuto benissimo rappresentare l’ultima spiaggia prima dello scatenamento della strategia della tensione, della guerra civile, della guerra etnica e della guerra di secessione che sono, tutte, nel carnet del padrone di Tsipras e Syriza. Invece così si lascia di riserva e ciò può rallentare il dramma. Più tardi questo si verificherà, più Alba Dorata, che ha dimostrato di sapersi radicare sul serio e ci sono tutte le ragioni per credere che lo farà ancor di più,  ha speranze che il sangue che sarà ancora chiamata a versare per la sete dei carnefici e per l’amore dell’Ellade  sia seme e che la sua forza al momento opportuno si dimostri solida.

Il grande risultato di Alba Dorata
In Grecia non ha vinto solo la rassegnazione, hanno vinto anche la fermezza e la tenacia.
E’ stata una tornata elettorale all’insegna del “non ci vado più” e, quindi, del disincanto proprio di coloro tra cui Alba Dorata pesca e che avrebbero potuto votarla in massa e su cui non ha quindi  potuto contare. Che ciononostante non solo abbia tenuto rispetto alle ultime politiche ma abbia registrato un leggero aumento ha perciò del miracoloso.
So che i fascio/consumatori, pervasi da pregiudizio democratico e da fascinazione per le fiction, che scambiano l’ultimo anello della catena – ovvero il risultato del voto – con il tutto e non sanno quale sia la differenza tra un risultato elettorale e un campionato di calcio, sono abbastanza delusi. Poverini, loro che nella vita fanno tante cose eccezionali si aspettavano di poter sbandierare una cifra più consistente per farsi belli identificandosi nell’azione di altri!
Tra coloro che osservano quanto accade sono pochi, presumo, coloro che comprendono il reale e l’ideale, il fisico e il metafisico, il concreto e il morale e che riconoscono gli ostacoli sul cammino.
A tutti gli altri va spiegato.
Il risultato di Alba Dorata oggi è stra/ordinario e come peso specifico è in assoluto il migliore che nel dopoguerra sia stato centrato da una forza nazionalrivoluzionaria in Europa.  Peso specifico:  questo concetto non scordatelo mai.
In politica, se non si è attori o comparse di un producer, se, cioè, si fa per sé, in una vera tenzone e non in un defilé da talk show, contano le leggi dell’industria, della guerra, dell’organizzazione e Alba Dorata in questo fa oggi eccezione: è l’unica vera forza popolare in giro in Occidente. A scanso di equivoci, questo concetto non significa di maggior popolarità ma di autentico radicamento popolare.
Altro che le percentuali triple ma effimere che si registrano in Francia, il voto greco è fidelizzato e si fa milizia. Lì, in Grecia, a differenza di ovunque altrove, si fa sul serio e che ci sia la conferma di una forza seria e stabile ci riempie di gioia e di aspettative. 

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