Sarà stato il gran caldo, sarà stata la voglia di mare, sarà stato che alle 9 del mattino di una domenica di metà luglio non si possono ipotizzare folle oceaniche, fatto sta che c’erano meno di cento persone al corteo in memoria della strage di via D’Amelio, che il 19 luglio 1992 uccise Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Meno di cento persone – molte non siciliane, pochissime di Palermo – con in mano un’agenda rossa (quella di Borsellino, sparita a mai più ritrovata dopo l’esplosione) cantando Bella Ciao (poi ci si chiede perché mai erano così pochi) hanno chiesto che si arrivi alla verità sulla strage di via D’Amelio. Il corteo, partito dal luogo dell’esplosione dell’autobomba, è giunto al castello Utveggio che avrebbe ospitato una sede riservata del Sisde.
Sarà stato che il modello civico sostitutivo che vogliono imporci fa pietà e non si dimostra migliore della stessa mafia. Sarà stato che sfilano cantando proprio la canzone degli alleati storici della mafia. Sarà stato che vogliono strumentalizzare anche queste occasioni per i loro porci comodi attaccando Berlusconi. Sarà stato che gli organizzatori sono fastidiosi e improponibili.
Sarà stato quel che vorrete ma i cialtroni fanno ancora una volta flop.
