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La ricreazione è finita

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Non è più tempo di restare inchiodati ai luoghi comuni del nazional-qualunquismo

 

Mattarella ha bocciato Savona. Lascio ai tanti di noi che hanno smarrito le basi l’incombenza d’indignarsi per la democrazia calpestata o forzata, come se la democrazia non fosse un sistema nato esattamente per questo.
Lascio anche ai rivoluzionari da scheda elettorale l’indignazione e il vittimismo nei confronti dei poteri forti e del voto ormai inutile. Lo scoprono oggi? Allora stanno messi malino..
Di tutta questa storia la cosa che fa ridere l’ha però inquadrata perfettamente Rotondi: il governo rivoluzionario si è impiccato sulla figura di un ministro Dc-Pri di 82 anni. C’era sicuramente di meglio. Anche perché parliamo di un tecnico che si è formato nell’alveo degli azionisti, ovvero dei paladini dell’alta finanza laica e cosmopolita con capitali Londra e New York, che ha privatizzato Banca d’Italia e determinato la svendita sul Britannia. Se Salvini non aveva di meglio da proporre nel governo che voleva animare insieme ai Rothschild boys dei Cinque Stelle c’è da riflettere.
Comunque si volta pagina e questo è rassicurante per chi abbia letto il contratto di governo e abbia in mente la fisiognomica di Conte e Di Maio.

Lo strepito
Ora riprenderà la cagnara elettorale, con toni eccitati e su contrapposizioni assurde, alimentate dagli strampalati teoremi del populismo qualunquista.
Sentiremo, moltiplicate per mille, le assurdità sull’Europa, sull’Euro e sulla Germania, ci sfonderanno i timpani con parole squallide come democrazia e cambiamento e così via.
Fin quando:
a) sarà obbligatorio un governo tecnico e un commissariamento;
b) avremo nuovamente un governo a maggioranza grillina;
c) s’imporrà il centrodestra e riproporrà quel che di sensato c’era nell’assunto di Salvini, mondato dalla partecipazione degli sciuscià dei Cinque Stelle.
Ovviamente solo l’ultima ipotesi è auspicabile.

La rinascita
Qualunque sarà lo scenario finale, ci sono azioni da compiere durante il delirio elettorale e lo sproloquio forsennato del populismo più sciocco, che non abbiamo dubbi che s’imporrà annebbiando i cervelli, e azioni da compiere soprattutto quando i giochi saranno calmi.
Mi rivolgo ai pochi intelligenti e preparati.
Bisogna smettere di perdere tempo stando appresso alle liti da pollaio e alle assurdità del fondamentalismo idiota, non serve entrare in dialettica con i neuroni paralizzati ma sparigliare.
Bisogna tracciare una scelta strategica accompagnata da una rivoluzione culturale che ponga al centro i fondamentali sull’Italia, sull’Europa, sulla politica, iniziando a liberare il campo da tutte le farneticazioni correnti e dalla mentalità materialista mercantile, economicistica, mediante la quale i residui di un mondo dai fondamenti opposti è stato traviato fino a farsi paladino della democrazia e complice della finanza internazionale e del padrone angloamericano.
Si deve lavorare alacremente e con convinzione per riqualificare un mondo ormai scombussolato e ostaggio di culture aliene quando non chiaramente nemiche e dargli un posizionamento e un ruolo di avanguardia.
Basta giocare, si deve rinascere!
Che si sia in pochi all’inizio non è grave, basta andare nella direzione giusta dove il branco ancora non va.

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