domenica 21 Luglio 2024

La scuola tiene banco

Più letti

Global clowns

Note dalla Provenza

Colored


Grandi esami di riparazione

Nel conto alla rovescia verso l’inizio del nuovo anno scolastico, tra rischi di Dad e classi pollaio, si inserisce un dossier che si presumeva chiuso per il prossimo decennio dopo il maxi-bando dell’estate scorsa: i banchi per gli studenti. Sui 2,4 milioni di pezzi (tra scrivanie e sedie) commissionati dalla gestione Arcuri, 50mila sono stati rifiutati da 450 istituti per inadeguatezza, ovvero mancanza di conformità agli standard qualitativi di quelle realtà. In particolare, si tratterebbe di “difetti ergonomici e di materiali” tali da rendere inutilizzabili i banchi. Che, infatti, sono stati restituiti, è stata fatta una perizia, e il ministero dell’Istruzione insieme alla struttura commissariale si è mosso per sostituirli entro il 13 settembre. All’ultimo tuffo.
A rivelare l’ennesimo sassolino che inceppa l’ingranaggio è stato oggi Il Sole 24 Ore, in un articolo sui costi della Pubblica Amministrazione che un anno dopo si trova a spendere 6 milioni di euro per gli stessi articoli. I fondi, stanziati con il decreto Sostegni-bis, fanno parte del budget della macchina del generale Figliuolo ma saranno ovviamente gestiti insieme al ministero di Bianchi. I banchi difettosi fanno parte del medesimo lotto, che pare provenga da una delle quattro aziende straniere (una svedese, una tedesca, una franco-spagnola e una portoghese) aggiudicatarie del bando insieme a sette gruppi italiani. In questo senso, le autorità stanno valutando i presupposti e la percorribilità di un’azione legale per ottenere la restituzione del corrispettivo versato.
Il reclamo è arrivato da 450 scuole, divise in otto Regioni (Lazio, Piemonte, Liguria, Sardegna, Abruzzo, Calabria, Veneto, Trentino Alto Adige) ma la metà degli istituti coinvolti – circa 200 – è laziale. Dove, in ambito scolastico, si ricordano le perplessità per una partita di banchi che aveva “spigoli non conformi” suscettibili di diventare pericolosi per i bambini più piccoli.
Fatto sta che la struttura commissariale – visti anche i tempi strettissimi – ha escluso un nuovo bando e chiesto alle scuole di fare acquisti diretti tramite il portale Consip. Non solo: ha contattato Assufficio – l’associazione degli elementi di arredo professionali che fa capo a Federlegno – per avere “un parere sulle caratteristiche tecniche e di sicurezza”. Un modo, insomma, per non ritrovarsi da capo con analoghe proteste. E magari per capire se la responsabilità della défaillance sia della ditta produttrice, delle maglie non abbastanza strette del bando originale, della burocrazia pubblica, o semplicemente della fretta dovuta all’emergenza della prima ondata.
L’unica buona notizia è che sebbene manchino meno di due mesi alla deadline si dovrebbe fare in tempo. Evitando altre foto di bambini seduti per terra, con i libri sulle ginocchia o aperti sulle seggioline, che il primo giorno di lezione dell’anno scorso avevano fatto il giro del web. “Abbiamo fatto un rapido sondaggio tra i nostri associati – ha risposto infatti Assufficio – e tutti hanno dato disponibilità a mettersi al lavoro da subito”. Sperando che stavolta il risultato soddisfi tutti gli interessati. Perché le aziende sottolineano l’alto costo dei metalli e del legno, ma diversi presidi lamentano (da ben prima del coronavirus) la scarsa qualità dei loro banchi, tra truciolato e compensato non bene identificati. Nodi che la pandemia ha esasperato se è vero, come si narra, che un dirigente scolastico romano ha considerato più vantaggioso segare in due le vecchie scrivanie rispetto ai nuovi banchi monoposto.

Ultime

Si decide l’Italia

Sulla punta delle baionette

Potrebbe interessarti anche