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La seduta del Piccol Consiglio

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Sfiduciando il Procio Berlusconi decide tempi e modi dello scontro

Brani salienti del documento dell’ufficio politico del PdL
“Invece di interpretare correttamente la chiara volontà degli elettori, nella vita politica italiana hanno ripreso vigore mai spente velleità di dare una spallata al governo in carica attraverso l’uso politico della giustizia e sulla base di una campagna mediatica e scandalistica, indirizzata contro il governo e il nostro partito, che non ha precedenti nella storia di un Paese democratico. L’opposizione, purtroppo, non ha cambiato atteggiamento rispetto al passato, preferendo cavalcare l’uso politico delle inchieste giudiziarie e le speculazioni della stampa piuttosto che condurre un’opposizione costruttiva con uno spirito riformista. (…)
Ciò che non era prevedibile è il ruolo politico assunto dall’attuale Presidente della Camera. Soprattutto dopo il voto delle regionali che ha rafforzato il governo e il ruolo del Pdl, l’On. Gianfranco Fini ha via via evidenziato un profilo politico di opposizione al governo, al partito ed alla persona del Presidente del Consiglio.
Le posizioni dell’On. Fini si sono manifestate sempre di più, non come un legittimo dissenso, bensì come uno stillicidio di distinguo o contrarietà nei confronti del programma di governo sottoscritto con gli elettori.e votato dalle Camere, come una critica demolitoria alle decisioni prese dal partito, peraltro note e condivise da tutti, e infine come un attacco sistematico diretto al ruolo e alla figura del Presidente del Consiglio. In particolare, l’On. Fini e taluni dei parlamentari che a lui fanno riferimento hanno costantemente formulato orientamenti e perfino proposte di legge su temi qualificanti come ad esempio la cittadinanza breve e il voto agli extracomunitari che confliggono apertamente con il programma che la maggioranza ha sottoscritto solennemente con gli elettori. Sulla legge elettorale, vi è stata una apertura inaspettata a tesi che contrastano con le costanti posizioni tenute da sempre dal centro-destra e dallo stesso Fini. Persino il tema della legalità per il quale è innegabile il successo del Governo e della maggioranza in termini di contrasto alla criminalità di ogni tipo e di riduzione dell’immigrazione clandestina, è stato impropriamente utilizzato per alimentare polemiche interne.  (…)
Mai prima d’ora è avvenuto che il presidente della Camera assumesse un ruolo politico così pronunciato perfino nella polemica di partito e nell’attualità contingente, rinunciando ad un tempo alla propria imparzialità istituzionale e ad un minimo di ragionevoli rapporti di solidarietà con il proprio partito e con la maggioranza che lo ha designato alla carica che ricopre. L’unico breve periodo in cui Fini ha ”rivendicato”nei fatti un ruolo super partes è stato durante la campagna elettorale per le regionali al fine di giustificare l’assenza di un suo sostegno ai candidati del PDL. (…)
 I nostri elettori non tollerano più che nei confronti del governo vi sia un atteggiamento di opposizione permanente , spesso oggettivamente in sintonia con posizioni e temi della sinistra e delle altre forze contrarie alla maggioranza, condotto per di più da uno dei vertici delle istituzioni di garanzia.
Per queste ragioni questo ufficio di Presidenza considera le posizioni dell’On. Fini assolutamente incompatibili con i principi ispiratori del Popolo della Libertà, con gli impegni assunti con gli elettori e con l’attività politica del Popolo della Libertà. Di conseguenza – conclude il documento – viene meno, allo Stato, anche la fiducia del PdL nei confronti del ruolo di garanzia di Presidente della Camera indicato dalla maggioranza che ha vinto le elezioni”.
In parole povere Berlusconi ha anticipato le manovre di corridoio che i congiurati avevano architettato per minarlo tra l’autunno e l’inverno; alla vigilia della chiusura delle Camere ha colpito a sorpresa lui, mettendo così in difficoltà il Procio dei proci, costringendolo alla reazione, togliendogli l’iniziativa e sicuramente rovinandogli le vacanze.
Vedremo come continuerà questo tormentone; intanto non possiamo non rimarcare che il rinnegatore di ogni passato, di ogni radice e di ogni riferimento è stato sfiduciato proprio nel giorno della nascita del Duce. Quel Duce che per lui  da quindici anni – cioè da quando pronunciò l’abiura a Londra sulla soglia del santuario massonico della Chatham House – ha cessato di essere “il più grande statista del secolo”, come lo aveva precedentemente definito, per diventare un imbarazzante creatore del “Male Assoluto”.
Che sia stato sfiduciato e trattato da traditore proprio in questa data fa perciò ridere, anzi, per meglio dire, fa sghignazzare.

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