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La sinistra in Italia vuole la guerra civile

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e razziale e sessuale

Dal Pd agli sgangherati anarcoidi dei centri sociali, orfani di Marx, è un susseguirsi di iniziative, legali ed illegali, per imporre con la forza l’imposizione di un modello neotrotzkista in Italia che prevede la distruzione totale di ogni vincolo comunitario , sia esso sociale, culturale, familiare , religioso attraverso un ridisegnamento in chiave postcapitalistica dell’intera società.
Non è un caso che questa accelerazione in chiave turbocapitalistica e disgregatrice dell’Itali , già sperimentata in altri paesi europei, sia portata avanti da quella sinistra apolide ,antinazionale ed antiproletaria, proprio nelle periferie popolari e degradate che il turbocapitalismo vuole ridisegnare, laddove ancora resistono in forme contraddittorie ma vivaci, vincoli di comunità e di classe popolare .
Questa sinistra orfana della lotta di classe ha consegnato mani e piedi il proletariato autoctono al Capitale ed ha sposato in pieno l’urgenza di trovare i nuovi schiavi che Marx definiva “esercito industriale di riserva” e cioè gli immigrati , stipandoli, in attesa di essere sfruttati dai caporali, nelle metropoli italiane degradate sulle spalle dei ceti popolari, già duramente colpite dalla crisi. La sinistra incarna oggi la borghesia postmoderna nel modo più compiuto.
Non contenta, cerca di introdurre ogni tipo di ideologia capitalistica, come quella gender e in favore del matrimonio degli omosessuali, sposando in pieno il pensiero delle multinazionali anglosassoni che vogliono solo più consumatori confusi ed atomizzati , da irretire sugli scaffali dei supermarket.
Ed ecco che succedono, tra lo stupore dei democratici e benpensanti borghesucci della stampa di sinistra , episodi di rivolta popolare nelle periferie romane, come in questi giorni a Tor Sapienza, che i “nostri” sanno spiegare con i soliti luoghi comuni ,del “razzismo” della “xenofobia alimentata dall’estrema destra”, del le “infiltrazioni malavitose” e via di cazzata in cazzata.

I cretini dell’estrema sinistra , ormai ridotti a truppe cammellate degli interessi dei padroni, per dirla con il loro lessico da bar , si riducono allora a utili teppistelli senza alcun raccordo con le “masse popolari”( altro termine che a loro piaceva tanto) anzi in contrapposizione con i loro “bisogni” ( manco fossero cani) che ad ogni modo nei quartieri popolari si declinano con casa, lavoro, istruzione, sicurezza e scalciano con la bava alla bocca attaccando chiunque si opponga ai progetti criminogeni della sinistra.
Per carità, la storia non è nuova, ma oggi acquista un sapore beffardo nel vedere questi alfieri del popolo, a parole, prendersela con il proprio popolo e perdere terreno in quelle che era la loro presunta base sociale, per inseguire “soggetti sociali” come l’immigrato, o l’omosessuale piuttosto che lo zingaro in una visione ideologica onirica e distorta.
Esilarante è constatare come i loro fantasmagorici “laboratori sociali” nulla abbiano a che fare con il metodo scientifico che il Barbone di Treviri aveva , a torto o ragione, elaborato due secoli fa, ma molto con il perbenismo benpensante della borghesia .
Non per questo, anzi proprio perché cani ringhiosi e rancorosi del turbocapitalismo, non sono meno pericolosi , ma con il Popolo stavolta hanno chiuso. Per sempre.

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