Era annunciato. Da oggi la concertazione nazionale per i contratti di lavoro non avrà più valore reale. Il che significherà l’asta al ribasso. Il lavoro da funzione sociale, da dignità, da elemento culturale, si trasforma in qualcosa che va mendicato per cui si dovrà sempre dire grazie se lo si ha, poco importa a che condizioni e con che diritti.
Le responsabilità non sono tutte del mediocre tiranno Marchionne. Le portano sulle spalle i sindacati con il loro operato che ha condotto ad assistenzialismo crasso ed inviolabile e ad un lungo consociativismo in cui si sono arricchite caste di rappresentanti sindacali pasciuti nel parassitismo.
Le portano sulle spalle tutti quelli che hanno operato per facilitare la “globalizzazione” dei mercati.
Insomma le responsabilità sono condivise ma nondimeno da oggi siamo entrati in un’era di liquidazioni. Perché gli esempi americani addotti da Marchionne parlano chiaro. Lì i lavoratori in molte industrie hanno visto decurtare il 50% degli stipendi e in relazione al costo della vita stanno oggi letteralmente alla fame. Ma non è servito a gran ché visto che in Messico il costo del lavoro è ancora la metà rispetto a quello americano e la concorrenza è ancora vincente.
Non si può competere abbassando gli stipendi. Si compete con una politica protezionistica, con una politica industriale di qualità e con una partecipazione nazionale collettiva allo sforzo produttivo.
Se la concertazione nazionale in stile sindacalista è desueta la si può abbandonare.
Purché, però, i lavoratori di ogni azienda abbiano alle spalle un sostegno corporativo nazionale e purché nell’azienda esistano quelle condizioni di comproprietà e di socializzazione che soltanto hanno valore quando esiste uno spirito di corpo e una concezione nazionale. Altrimenti, come Satana che si dice essere la scimmia di Dio, la medesima pratica viene rivolta esclusivamente contro il lavoro per rifinanziare con i suoi proventi i finanzieri che vi speculano su. I lavoratori? Mucche munte più volte.
Com’è lontana nel tempo e nello spazio la costruzione fascista scolpita nel marmo della Civiltà del Lavoro!
