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La contropartita per la liberazione

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Il governo ha pagato un milione di euro per ottenere il rilascio delle due italiane. Lo rivela il quotidiano kuwaitiano che già aveva previsto il rilascio delle due ragazze. E Baldoni? Non valeva tanto?
Al “blitz” holliwodiano che era stato messo in scena per salvare i primi 3 ostaggi italiani, stavolta si è preferito qualcosa di meno spettacolare. E nonostante tutte le precise notizie che circolano difficilmente si saprà qualcosa sull’identità dei rapitori.

ROMA – Simona Pari e Simona Torretta sono state liberate dietro pagamento di un riscatto da parte delle autorità italiane. La notizia rimbalza subito dopo la notizia che sono libere, poi comincia il balletto delle cifre. Già oggi il giornale kuwaitiano Al Rai Al Aam, protagonista della mediazione, rivelava che era stato pattuito un riscatto di un milione di dollari, mezzo milione già versato ieri, mentre il restante avrebbe dovuto essere versato in giornata.

Questa sera, durante la trasmissione televisiva Ballarò, il direttore del quotidiano, Ali Al Rooz, ha ribadito che “è stato pagato un riscatto”. “La somma – ha detto – è, come abbiamo già scritto, di un milione di dollari; ce lo ha confermato una fonte bene informata in Iraq”.

Il direttore del giornale ha aggiunto che la trattativa è stata avviata la scorsa settimana e che i negoziati sono stati condotti a Bagdad. La cifra iniziale richiesta ammontava a cinque milioni di dollari. A condurre la trattativa, secondo Al Rooz, sarebbe stata una delegazione italiana con un mediatore iracheno. Il gruppo di rapitori sarebbe diverso rispetto a quelli che fanno capo a Zarqawi, perchè non attaccherebbe le forze irachene.

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