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L’arroganza dei fiori di ciliegio

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Troppo maestosi anche per i cinesi che non sono poi così meglio di noi

“Cara mamma, non ho quasi niente da dire ora. Sto partendo per la mia missione con il sorriso e il tuo volto in mente. Ti prego, ricorda che non ho pianto e rammenta di fare le offerte votive in mia memoria”. E’ questo un estratto da una delle 333 lettere, scritte dai kamikaze giapponesi, prima dell’ultimo volo e inviata all’Unesco da parte delle istituzioni della città di Minami-Kyushu, dove venivano addestrati i piloti dei leggendari caccia Zero. Nel museo della Pace Chiran, che sorge nella cittadina giapponese, vi sono 14 mila reperti, tra disegni, poesie e messaggi d’addio, comprese le foto di 1.036 dei 4 mila piloti che partirono per missioni suicide. Il museo riceve ogni anno circa 700 mila visitatori, per lo più nipponici che vi giungono per ammirare le gesta eroiche dei loro padri.
E’ forse la prima volta che l’Unesco si trova ad esaminare una richiesta così particolare e al tempo stesso destinata a generare l’ennesimo scontro diplomatico tra Cina e Giappone. La reazione di Pechino non si è fatta attendere con l’agenzia China News Services che ha scritto: “Di questo passo i giapponesi vorranno che l’Onu onori anche lo Yasukuni, dove sono seppelliti 14 criminali di guerra. È una vergogna”. Il quotidiano cinese People’s Daily ha rincarato la dose specificando che il Giappone tenta di affermare come patrimonio culturale internazionale i propri monumenti storici che inneggiano al passato colonialista e molti rappresentanti istituzionali giapponesi continuano a negare il massacro di Nanchino. Secondo People’s Daily il governo di Shinzo Abe segue una linea dura che non può portare nulla di buono. Anche i quotidiani di Seoul hanno voluto stigmatizzare la richiesta giapponese parlando di “militarismo sfrenato” e “arroganza nipponica”.
Tokyo però non pare più di tanto sensibile alle critiche dei vicini asiatici e sembra puntare molto sul risveglio dell’orgoglio nazionale. A partire dai giovani, mai come oggi affascinati dalla vita militare, con l’esercito che ha visto crescere negli ultimi anni in maniera esponenziale le richieste di arruolamento. Un dato che in tema di “vento divino” non può che evocare le parole dell’ammiraglio Takijiro Onishi, rivolte ai giovani giapponesi prima di suicidarsi il 15 agosto 1945: “Voi siete il tesoro della nazione; con lo stesso spirito eroico dei kamikaze, battetevi per il benessere del Giappone e per la pace nel mondo.”

 

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