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Abkhazia e Ossezia del Sud nell’intelligence russa. Intanto la Nato in Georgia cerca di far riprendere la guerra

Oggi il presidente russo Dmitri Medvedev firmerà un accordo con Abkhazia e Ossezia del Sud sulla collaborazione in materia di protezione dei confini di Stato, come pure intese fra servizi di Intelligence di Abkhazia, Russia e l’Ossezia del Sud. Una nuova sigla decisiva per Mosca, dopo il riconoscimento dell’indipendenza delle due repubbliche separatiste georgiane, sottoscritto da Dmitri Anatolevic lo scorso settembre. E mentre Mosca torna ad accusare Tbilisi di concentrare truppe lungo i confini di Abkhazia e Ossezia del Sud.

Secondo una fonte del Cremlino, le esercitazioni della Nato in Georgia incoraggiano il regime di Saakashvili ad azioni “provocatorie” nei confronti di Mosca. “Dopo il ritiro delle forze di pace russe – dice la fonte – la situazione nelle zone adiacenti ad Abkhazia e Ossezia del Sud rimane incerta e volatile. Vi è una concentrazione di truppe georgiane e di polizia. Nuovi appostamenti e punti di osservazione, ai confini dell’Ossezia del Sud sono dotati di armi pesanti”. Una situazione pericolosa che ricorda la vigilia della crisi del Caucaso, lo scorso agosto. Mentre per Mosca “la firma degli accordi odierni è una continuazione logica del comune impegno dei nostri paesi per creare una base giuridica delle relazioni bilaterali, iniziata con la firma del trattato di amicizia, cooperazione e assistenza reciproca tra la Federazione russa e la Repubblica di Abkhazia e Ossezia del Sud il 17 Settembre, 2008”. L’accordo prevede che la parte russa fornirà assistenza alle autorità pubbliche delle “due repubbliche sorelle” in materia di formazione dei quadri e delle guardie di frontiera. Inoltre “in presenza dei presidenti di Russia, Abkhazia e Ossezia del Sud – rende nota una fonte del Cremlino – sarà firmato un accordo sulla cooperazione e l’interazione tra l’FSB della Russia, i servizi di sicurezza di Abkhazia e dell’Ossezia del Sud”. Un accordo “particolarmente rilevante ed importante” secondo la fonte perché”dopo il ritiro delle forze di pace russe la situazione nelle zone adiacenti ad Abkhazia e Ossezia del Sud rimane incerta e volatile”. Secondo Mosca “in totale, le strutture militari georgiane sono composte da circa 2,5 migliaia di persone”. Nelle zone di frontiera presso l’Ossezia del Sud “veicoli blindati e artiglieria. Negli ultimi mesi sono stati effettuate una serie di provocazioni e di gravi violazioni della sicurezza, compresa la costruzione di fortificazioni lungo il confine con l’Ossezia del sud. Nonostante la presenza di osservatori internazionali della UE, tali provocazioni dal lato georgiano hanno persistente regolarità”. Secondo la fonte “nel distretto di Zugdidi in Georgia, adiacente al territorio di Abkhazia, vi è un forte aumento della criminalità. Il peggioramento della rete interna di lotta politica in Georgia, il rischio di eventuali provocazioni del regime di Saakashvili, aggiunge solo emergenti preoccupazioni”.

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