Home Alterview L’escluso

L’escluso

0

Ralph Nader che nelle precedenti elezioni Presidenziali americane ha portato via importanti voti ai democratici, viene oggi trascurato del tutto da media ed ex amici (come Moore). Perfino i Verdi americani gli hanno dato il ben servito. Perchè? Semplice: appoggia gli interessi della popolazione di religione islamica e non quelli di Israele.

Che le cose si erano messe male è stato chiaro subito dopo la convention dei Verdi americani, a Milwakee, la sera del 27 giugno. Dopo averlo candidato nel 1996 e nel 2000, gli ambientalisti statunitensi hanno scaricato Ralph Nader senza pensarci due volte. Lui, l’outsider della politica americana, l’uomo nuovo, l’avvocato “antipolitico” dalla parte della gente e dei consumatori, l’ambientalista convinto, il “traditore” dei democratici nelle elezioni presidenziali del 2000, è stato fatto fuori in malo modo a vantaggio di un anonimo avvocato, David Cobb, scelto come rappresentante dei Verdi. E ora la strada per il candidato indipendente alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti è tutta in salita. In un sondaggio recente realizzato da Ipsos per Associated Press, è accreditato del 6 per cento delle preferenze. Dopo i numerosi appelli dei democratici a non votare per Nader, John Kerry – che ha appena toccato il record di 180 milioni di dollari di fondi per la campagna elettorale – finalmente tira un sospiro di sollievo. Il candidato dei democratici alla Casa Bianca ha incassato due risultati: l’appoggio dei Verdi e la mancata candidatura di Nader in alcuni Stati, con l’effetto di limitare la dispersione dei voti contrari a George W. Bush.


………



Se i vecchi amici voltano le spalle, a Nader non resta che trovarne di nuovi. Tra le defezioni, però, una scotta parecchio. Quattro anni fa Michael Moore votò l’uomo nuovo, ora non risponde neanche alle sue e-mail. Sul sito ufficiale il candidato indipendente alla Casa Bianca ha scritto una lettera aperta al regista di “Fahrenheit 9/11”, il film che spopola negli Stati Uniti. “Qualche giorno fa, caro Michael – scrive Nader – ti ho scritto un messaggio: “Hey, dov’è finito il mio amico?”. Non ho ricevuto alcuna risposta. Alla prima del tuo film, a Washington, l’altra sera c’era l’establishment dei democratici, le stesse persone che prendevi in giro durante la campagna elettorale del 2000, quando stavamo dalla stessa parte. E i vecchi amici? Non sono stati invitati”.


Nonostante tutto, l’infaticabile outsider va avanti. E prova a giocare la carta islamica. Secondo Nader, repubblicani e democratici non stanno facendo nulla per salvaguardare gli interessi della popolazione di religione musulmana. Per questo, se vogliono che le proprie ragioni vengano ascoltate al Congresso, le comunità islamiche degli Stati Uniti devono convogliare su di lui il loro voto. Sono oltre 1,5 milioni gli americani di religione musulmana che il 2 novembre si recheranno alle urne per votare il nuovo presidente americano. E Nader, che in precedenza ha stretto rapporti con la comunità islamica statunitense, spera di poter conquistare una parte di questo elettorato. Un appello quello di Nader che nasce dall’aspra critica rivolta nei confronti di Washington e della politica nei confronti di Israele. “Il Congresso e la Casa Bianca sono due burattini nelle mani di Israele“, ha tuonato Nader nel corso di un’udienza al Congresso sul voto dell’elettorato musulmano nel 2004.

Il voto islamico potrebbe rivelarsi fondamentale nello Stato della Florida, che nel 2000 è costato la vittoria al candidato democratico Al Gore. Difficile pensare che stavolta basti a rimettere in sella Ralph Nader.

Nessun commento

Exit mobile version