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Lettera aperta a un antifa.

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Antifa, dopo i fatti di Napoli, sento il bisogno di scriverti. A cuore aperto , perche’ mi fai tanta pena.

 

Anzitutto, non capisco questa tua autodefinizione di “antifa”:prima vi chiamavate marxisti-leninisti, bordighisti, autonomi, anarchici, oggi che non sai piu’ cosa dire e fare ti basta quell’”anti”  per autoorappresentare la tua voglia di emarginazione , la tua incapacita’ di essere qualcosa che non sia contro qualcuno.

E poi, mi fai pena perche’ gia ‘ pregustavi  gli effetti della trappola che tu e i tuoi amici nelle redazioni della stampa napoletana, avevate preparato per il 26 novembre: e invece, non sei riuscito a combinare nulla eppure…

Eppure avevi mobilitato il Sindaco con il quale hai stretti rapporti, tanto da avere uno dei tuoi amichetti antifa in Giunta: non solo ti eri speso le tue conoscenze nelle redazioni di Repubblica, Del Corriere del Mezzogiorno e di altri giornali ( dove probabilmente hai qualche parente..ma queste sono solo malignita’ fasciste…) per dipingere i ragazzi di CasaPound come orde di violenti, razzisti, ah come dici tu..ah.. di sessisti…

Eppoi avevi dalla tua parte i magistrati di Magistratura “democratica”.. sempre loro….eppoi quando la Questura ha vietato il corteo di Casapound  , regolarmente autorizzato un mese fa, hai battuto i piedi, come i bambini capricciosi, e ti hanno concesso in 200 di  andare in piazza Cavour, nonostante il divieto…e che volevi di piu’?

Siccome, pero’, sei viziatello, non ti bastava ed hai  per settimane fatto il bamboccione un po’ gradasso, di quelli che si vedono alle scuole elementari battere i piedi per qualche giocattolo negato, ed hai fatto roboanti proclami di guerra , dicendo che avresti ricacciato i facisti nelle fogne e spaccato tutto e tutti, ma poi mestamente con i tuoi compari sei rimasto, buono, buono, a cantare le solite vecchie, tristi e cacofoniche canzoni che qualche padre rincoglionito ti avra’ insegnato tipo “Bella Ciao”…

Ma se prima eri in nutrita compagnia a cantare quella fetenzia di canzone, oggi ti rendi conto di essere sempre di meno e la tristezza ti pervade. Tutti ti schifano .Lo capisco, deve essere dura   fare lo “studente” ed occupare aule universitarie, con il beneplacito di Rettore e  di professori compiacenti, per strafarti di canne e rimanere per 10 anni fuoricorso prima che papa’ ti trovi un impiego. Deve essere altrettanto duro, per te, fare il precario, ma non come tipo di lavoro, tu sei “precario” dentro  e quindi sei sempre pieno di bile e di rancore con gli altri, perche’ non ami te stesso e come potresti?

Ogni volta devi cambiare nome e gia’ questo mina la tua fragile identita’:disobbediente, studente, precario , drago ribelle e ultima trovata ora ti chiami “indignato”, con tanto di passaggi in televisione da Lerner o o da Santoro, dove non fai bellissime figure , ma parli come un impiegato del catasto al quale hanno diminuito lo stipendio.

Ma in un lampo,  l’identita’ perduta  la ritrovi magicamente come antifa quando puoi  girare l’Italia con la bava alla bocca alla ricerca di mobilitazioni contro i fascisti che presentano un libro , una Conferenza o peggio fanno un corteo: li’ ti attivi come non mai, chiami i giornali, lanci presidi , fai firmare appelli “pezzottati”,chiami qualche vecchio rincoglionito dell’ANPI , che all’epoca aveva tre anni , insomma ti spendi e spandi. Per ottenere cosa?

Nulla di nulla .I fascisti tengono le loro iniziative e tu urli, ti scomponi, ogni tanto lanci qualche oggetto o petardone e poi resta quell’infinito senso di tristezza da “precario”.

Che poi, come hai visto il 15 ottobre , quando non fai l”indignato “ come vogliono Draghi, Monti e Repubblica e ti metti  a fare lo scemo spaccando auto e vetrine, rischi di fare qualche giorno, non tanti per carita’, di galera  pero’  poi a mamma e papa’ cosa racconti?

Dammi retta, lassa perde e pensa alla salute,  sto’ giochetto l’hanno gia’ giocato i tuoi padri , con esiti non proprio esaltanti, ma almeno in un’epoca tragica, tu sei ridicolo e stai facendo la figura del coglione .

Gli slogan degli “anni di piombo” in bocca a te, fanno scoppiare dal ridere, e poi rilassate non fare la faccia truce, che gia’ sei un infelice di tuo, non aggravare le cose ;fatti una risata e manda a quel paese i tuoi “padrini”  :vedrai la vita’ ti sorridera’ e anche le ragazze incominceranno a guardarti.

Ciao Antifa e statte bbuone…

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