“Costruiremo un governo di dialogo nazionale, rappresentativo delle forze democratiche e aperto alla società civile”. Sono state le prime parole di Ollanta Humala, il candidato della sinistra nazionalista che ha vinto le elezioni presidenziali in Perù. Di fronte a oltre 10 mila sostenitori che si sono radunati nel centro di Lima per festeggiare la sua vittoria, ha aggiunto che creerà nuovi posti di lavoro e case e fornirà più servizi di base, dall’acqua corrente all’elettricità. “Abbiamo aspettato così a lungo un governo che si occupasse davvero dei poveri. Questo deve cambiare ed è per questo cambiamento che sono qui. Sono soltanto interessato a dare al popolo peruviano quello che gli ho offerto”, ha detto Humala, 48 anni, nel suo discorso.
VOTO – Con l’84,44% delle schede scrutinate, Humala si è proclamato vincitore con il 50,71% dei voti contro il 49,29% della candidata di centrodestra Keiko Fujimori, figlia dell’ex presidente Alberto Fujimori. “Il popolo peruviano ha espresso il proprio verdetto senza paura”, ha detto Humala. “Lo ringrazio per questo atto civico e per la sua fiducia. Alla mia rivale va il mio rispetto”
Vince insomma il Brasile, con il supporto delle escort russe altolocate sposate ai parenti del neo presidente. Un segnale interessante che ci conferma come costruire comitati d’affari e politici che non siano diretti da Washington, sia possibile. Anche se le differenze in determinati metodi sono in fondo ben poche.