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L’Iran secondo gli occidentali

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I media insistono a presentare Mussawi come un moderato e a tingere i verdi d’arancione

    Mir Hossein Mussavi, l’ex candidato moderato alle presidenziali iraniane, ha pubblicato un nuovo rapporto di 25 pagine per denunciare i “brogli” e le “irregolarità” nel voto del 12 giugno, che hanno portato alla rielezione del presidente Mahmud Ahmadinejad. Il rapporto è pubblicato nel sito di Mussavi, Ghalamnews. Nel documento, preparato dal comitato di sostegno a Mussavi, si accusa Ahamdinejad di aver fatto ampio uso di fondi statali per la sua campagna elettorale, elargendo fra l’altro denaro sotto forma di “azioni per la giustizia” con lo scopo di assicurarsi il voto delle classi popolari. Il ministero dell’interno, secondo il rapporto, avrebbero stampato oltre 14 milioni di schede in più rispetto a quelle previste per i 46 milioni di aventi diritto. Sotto accusa anche il Consiglio dei Guardiani della Costituzione – l’organo incaricato della supervisione dello scrutinio – i Pasdaran (Guardiani della costituzione) e la milizia islamica dei Basiji, i cui esponenti hanno pubblicamente sostenuto il presidente uscente prima e durante la campagna elettorale, è scritto nel documento. RAFSANJANI, SITUAZIONE AMARA MA MANTENERE UNITA’
L’ex presidente iraniano Akbar Hashemi Rafsanjani ha incontrato i familiari di alcuni riformisti arrestati dopo le elezioni presidenziali del 12 giugno lamentando la situazione “amara” che si è creata nel Paese e sottolineando l’esigenza di “mantenere l’unità” nella Repubblica islamica “rispettando i diritti di tutti i cittadini”. Lo riferisce oggi la televisione iraniana in lingua inglese PressTv. Rafsanjani, visto come uno dei principali sostenitori dell’ex candidato moderato Mir Hossein Mussavi, ha negato che sia in corso una lotta di potere tra le più alte cariche del regime. Un riferimento implicito ad una sua rivalità con la Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, che ha respinto ogni ipotesi di brogli difendendo la rielezione alla presidenza di Mahmud Ahmadinejad. Nell’attuale situazione, ha aggiunto Rafsanjani, occorre tenere in considerazione gli interessi a lungo termine della Repubblica islamica. Rafsanjani presiede il Consiglio per gli interessi dello Stato, un organismo di arbitrato fra diverse istituzioni, e l’Assemblea degli Esperti, che elegge la Guida suprema. “Rispettando i diritti di tutti i cittadini – ha sottolineato Rafsanjani – dobbiamo cercare di mantenere l’unità e la comprensione e migliorare la fiducia nel nostro sistema e nella sua credibilità tra la gente e impedire che i nemici ne approfittino”.

La manipolazione mediatica è talmente schematica da far sorridere. Mussawi, ex primo ministro di Khomeini e custode dell’ortodossia, quindi grande epuratore religioso e politico, viene presentato come “leader moderato”. Il conflitto che riguarda diversi centri d’interesse iraniani ce lo imbandiscono come fondato su presunti diritti umani. La vittoria di Ahmadinejad, che era scontata perché, qualunque cosa si pensi di lui, lì è popolare, viene raccontata come frutto di brogli assolutamente inutili per i rapporti di forza tra le fazioni, allorché quelli evidenti che furono scoperti da noi nella competizione elettora di tre anni fa in cui vinse Prodi per un pugno di schede, vennero liquidati come “non rilevanti”.

L’impressione è che i media oramai vadano in scrittura automatica perché non è neppur certo che stiano esprimendo l’immagine voluta dalle centrali occidentali.

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