Home Conflitti L’Iraq verso la pax iranoamericana

L’Iraq verso la pax iranoamericana

0


Sarà spartito in quattro il Paese invaso e sconvolto da Londra, Washington e Teheran?

Al Maliki non ha accettato la proposta di Kerry: governo di coalizione in cambio dell’intervento militare americano. Ma agli Usa va bene lo stesso. Comunque vada a finire sono vincenti perché – more solito – stanno con tutti e li lasciano scannare tra loro mentre questi magari s’illudono pure di essere anti-americani.
Ora la cosa più probabile è l’attuazione del progetto di smembramento in quattro zone. Qual è il progetto disegnato che potrebbe rappresentare l’esito di questo capolavoro di sangue e miseria realizzato dall’Occidente e da Teheran? A Mosul l’Isis consegnerebbe la zona petrolifera all’Arabia Saudita. I gendarmi iraniani si terrebbero la ricchissima Bassora. Il Kurdistan indipendente dovrebbe vedersela con l’influenza turca e israeliana. A Bagdad si lascerebbe in piedi uno straccio di Stato sovrano, magari in mano baa’tista.
In questo quadro disperante che non sarebbe mai stato possibile senza l’impegno iraniano l’auspicio è che quei delinquenti di saddamicidi la paghino cara, tutti, comunque.

L’esercito iracheno avrebbe ripreso il controllo di Tikrit. A dirlo la televisione di Stato irachena, secondo la quale sarebbero stati uccisi 60 miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e il Levante (Isil), fra cui alcuni comandanti. La riconquista di Tikrit L’operazione militare per la riconquista di Tikrit è scattata con migliaia di truppe, munite di tank e appoggiate dall’aviazione, che hanno attaccato la città da quattro lati, riferisce la Tv irachena. Tikrit, città d’origine del deposto dittatore Saddam Hussein, era stata conquistata dall’Isil l’11 giugno. Ora l’esercito di Baghdad intende riprendere anche Mosul, nel nord. Dalla Russia dei caccia per combattere i jihadisti L’aviazione irachena che da giorni tentava di smantellare le postazioni a Tikrit dell’Isis ha ricevuto la consegna di un primo scaglione di caccia-bombardieri Sukhoi di fabbricazione russa che dovrebbero permettere alle autorità di Baghdad d’intensificare le operazioni di bombardamento contro le milizie jihadiste sunnite. Lo ha riferito in televisione il generale Qassem Atta, consigliere militare del premier sciita Nouri al-Maliki, senza specificare tuttavia di quanti aerei si tratti. “Non rimarremo passivi di fronte al terrorismo nella regione” L’Iraq ha concluso con Russia e Bielorussia un contratto per la fornitura complessiva di una dozzina di aerei da guerra, il cui controvalore è stimato nell’ordine del mezzo miliardo di dollari, pari a 368 milioni di euro. “Non rimarremo passivi di fronte ai tentativi di certi gruppi per diffondere il terrorismo nella regione”, ha ammonito nel frattempo il viceministro degli Esteri di Mosca, Serghei Ryabkov, in visita nella vicina Siria. “Trovate un accordo” Si continua a combattere dunque nonostante il principale religioso sciita dell’Iraq, il Grand Ayatollah Alì al-Sistani abbia lanciato un appello a tutti i blocchi politici del Paese affinché si accordino sul prossimo primo ministro in vista di martedì, quando si insedierà il nuovo Parlamento scelto nelle elezioni del 30 aprile scorso. 

Nessun commento

Exit mobile version