Home Tempi Moderni Lo spaccano anche ai passeri

Lo spaccano anche ai passeri

0


Twitter e persino i microblog. L’assurdo arresto di Compton

 

Il mondo di Twitter è esploso in difesa della libertà di “cinguettio”: dopo la condanna di Paul Chambers, un uomo che sul sito di microblogging aveva scherzato minacciando di far saltare in aria un aeroporto, è scattata una campagna spontanea in cui a migliaia hanno ricinguettato le parole che lo hanno inguaiato. Chambers, un ragioniere di 27 anni,  aveva perso l’appello contro la multa da mille sterline per un commento che gli era venuto spontaneo all’idea che, per la chiusura di uno scalo, avrebbe perso il volo da Belfast: “Palle. L’aeroporto Robin Hood è chiuso. Avete una settimana per rimetterlo in piedi, altrimenti lo faccio saltare in aria”. Originariamente il giovane era stato processato sulla base di una legge degli anni Trenta mirata a “proteggere le telefoniste donne degli Uffici Postali”: un modo per permettergli di cavarsela con poco, cosa che non sarebbe stata possibile se nei suoi confronti fossero state applicate le più severe norme anti-terrorismo. E tuttavia la condanna di Chambers è stata aspramente criticata dai movimenti per i diritti civili e dal popolo di Twitter.
SPARTACUS – Migliaia di utenti del sito di microblogging si sono uniti nel rilanciare la frase di Chambers ormai celebre sotto il tag I am Spartacus: il riferimento è al film Spartaco in cui i gladiatori mostrano la loro solidarietà con il loro compagno di sventura interpretato da Kirk Douglas dicendo di chiamarsi come lui. Il caso Chambers non è stato il solo che ha indotto la Gran Breatgna a una riflessione sull’uso di Twitter:  un consigliere comunale conservatore di Birmingham è stato arrestato dopo aver scritto un microblog su una famosa giornalista musulmana che a suo parere avrebbe dovuto essere lapidata. Gareth Compton era stato anche sospeso dal partito del premier David Cameron per aver affermato che Yasmin Alibhai-Brown, opinionista per l’Independent e per l’Evening Standard, meritava la morte a colpi di pietra: “Qualcuno può per favore uccidere a sassate Yasmin Alibhai-Brown? Non lo dirò ad Amnesty se lo fate”. Il politico Tory si era successivamente scusato ma la giornalista si è rifiutata di accettare il mea culpa: “C’è gente che mi vuole morta dal profondo del cuore”, ha detto alla Bbc: “Lui gli dà ragione è questo non è accettabile”.
 

 

Nessun commento

Exit mobile version