La Corte Suprema Usa toglie i limiti ai finanziamenti in politica dei grandi gruppi privati
Negli Stati Uniti i grandi gruppi potranno finanziare liberamente campagne a favore o contro candidati in corsa per il Congresso o per la Casa Bianca. Lo ha deciso la Corte Suprema, rovesciando una legge in vigore da 20 anni che imponeva limiti al finanziamento della politica. – DECISIONE A MAGGIORANZA, CORTE SPACCATA – La decisione dell’Alta Corte è stata presa a maggioranza, evidenziando una spaccatura netta tra i nove giudici del più alto organismo giuridico d’America: i cinque giudici conservatori hanno votato a favore, i quattro liberal hanno votato contro. La tesi della maggioranza è stata redatta dal giudice Anthony Kennedy, che nella motivazione ha scritto: «non vi sono basi per sostenere che, in un contesto di espressione politica, il governo possa imporre restrizioni nei confronti di eventuali parti penalizzate». Secondo molti commentatori, la Corte in questo passaggio si riferisce alle lobby, che hanno il diritto – attraverso il ‘lorò candidato – di far sentire la propria voce su temi di loro particolare interesse. I quattro giudici liberal hanno sottoscritto invece in questi termini il loro dissenso, redatto dal giudice John Paul Stevens: «La decisione della Corte è una minaccia che mette a repentaglio l’integrità delle istituzioni democraticamente elette in tutto il Paese». – ABOLITI I LIMITI ALLA PUBBLICITÀ IN POLITICA – Nella sua decisione, contenuta in 175 pagine, la Corte ha rovesciato una decisione precedente relativa a legge federali e statali che imponevano limiti al finanziamento di campagne televisive a favore o contro candidati politici. Per effetto della decisione della Corte, chiunque sarà libero di finanziare senza limiti di spesa campagne pubblicitarie politiche, comprese quelle ‘contrò candidati politici. – EFFETTO HILLARY 2008 – La decisione rappresenta una vittoria per i gruppi conservatori che, nel corso della campagna elettorale del 2008, avrebbero voluto diffondere un film che gettava luce negativa su Hillary Clinton, allora candidata alle primarie. La diffusione del film fu vietata sulla base di una legge federale. La Corte Suprema ha annullato la parte di quella legge che imponeva, appunto, limiti di questa natura. In un contesto politico – ha sentenziato – non si possono imporre limiti alla libertà di espressione. – OBAMA INDIGNATO – Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha criticato in modo esplicito la decisione della Corte: «Con la decisione odierna la Corte Suprema ha dato semaforo verde a una valanga di interessi monetari speciali in politica. Conferisce ancora più poteri a Washington, agli interessi particolari e ai suoi lobbisti, mentre diminuisce l’influenza del cittadino medio che per appoggiare il suo candidato versa piccoli contributi».