CINTO EUGANEO (Padova) – Per assorbire l’energia della piramide di luce (beato chi ci crede) bisogna percorrere una stradina ripida che si arrampica sul monte Venda, il punto più alto dei Colli Euganei. Saliti a quota 400 metri, a un certo punto ci si trova nella spianata di un agriturismo (che sta facendo affari d’oro, benedetta piramide): da lì si accede a questo cono capovolto rivestito di onice e di lastre di granito che da giorni sta dividendo – metaforicamente – la splendida Valnogaredo e chi la abita.
La piramide: luogo mistico o costruzione abusiva? “Fonte” di benessere e di “consapevolezza psico-fisica” – come dicono i proprietari e i soci del tempietto – o solo un evitabile pugno nell’occhio che deturpa il Parco Colli, oltretutto tirato su senza autorizzazioni edilizie? La discordia è aperta: tra richieste di demolizione, ricorsi al Tar, barriere umane e veglie spirituali, blitz dei carabinieri ce n’è abbastanza perché i duri valligiani euganei parlino di “estate movimentata”. Sette metri di lato e sette di altezza, arredata con tappetini, pietre e candele, la Piramide di Luce – lo stesso nome dell’associazione, 600 iscritti – da quasi un anno (è stata inaugurata il 12 settembre 2010) e ogni fine settimana è meta di un intenso pellegrinaggio di “piramidini”. Gente che arriva quassù da tutta Italia e, di bianco vestita, si mette in coda (10 euro a ingresso più altri 10 di quota associativa) per accedere alla scatoletta dotata di presunti poteri energetici.
Si entra a gruppi, ci si sdraia o si rimane seduti: il tempo di assimilare la carica sprigionata dalla piramide (“è stata costruita per accelerare la consapevolezza dell’individuo che si espone ad essa, anche in previsione delle modifiche planetarie conosciute come il periodo 2012”; dal sito www.piramidediluce.net). Poi la processione silenziosa continua. E bene: manco fosse Cheope, le visite alla struttura “fisico-energetica” andavano avanti indisturbate nella quiete che la circonda. Finché lunedì arrivano i carabinieri. Con loro i responsabili del Parco Colli (l’ente che gestisce il parco regionale dei Colli Euganei) e tre operai. “È solo un abuso edilizio”, tuona il segretario Michele Gallo. Di qui la decisione di demolire la piramide. I devoti, però, non si fanno trovare impreparati: in una dozzina formano una barriera umana e, novelli No-Tav versione esoterica, impediscono che il loro santuario venga abbattuto. “Abbiamo presentato un ricorso al Tar – spiega il presidente di Piramide di Luce Mauro Lando – . Non stiamo facendo nulla di male”.
Quindici giorni: è il termine fissato per la demolizione (spontanea) della piramide. Dopodiché – a meno che il tribunale non decida una sospensione – gli adepti rischiano di ritrovarsi orfani del loro luogo di meditazione. Via tutto: la piramide e anche la casetta di legno a fianco dove si vendono libri e gadget. Alcuni parecchio curiosi. Si va dal “biglietto in carta anticata con l’energia della piramide” (contributo minimo 2,5 euro) ai “ritagli delle lastre di granito che ricoprono la piramide caricati con l’energia della piramide” (da 5 a 8 euro). Chi vuole può anche “collegarsi alla piramide” acquistando una foto formato A3 sul cui utilizzo vengono offerte due indicazioni: “caricarci sopra il tuo cibo” o “porla sotto il cuscino per favorire il sonno o la tua guarigione”. Altri prodotti: pietre colorate, candele a forma piramidale, libri su meditazione e dintorni e le immancabili camicie e gonne bianche. Chi sono i piramidini? “Sono educati e silenziosi – giura Giuliano Senigaglia, proprietario dell’agriturismo che confina con la piramide e anche del terreno (dato in affitto) sul quale sorge – . Perché ce l’hanno tanto con loro?”.
Occorre dire, forse non è un dettaglio secondario, che da quando la piramide ha aperto ai visitatori l’agriturismo ha incrementato i suoi guadagni che nemmeno con accanto un luna park. “Settecento clienti da gennaio a oggi – gongola Senigaglia -. Questa è linfa vitale per tutti gli agriturismi qui intorno (una decina, ma qualcuno forse non ha gradito il ticket del concorrente con gli asceti della luce). C’è chi arriva per convinzione e chi per curiosità. Astrid Gortan, 33 anni, fa l’operatore alla “Città degli asini” di Padova, un centro specializzato in onoterapia. “Ho provato la piramide, mi sembra una cosa incentrata più che altro sull’autoconvincimento, non particolarmente originale. Però non vedo fastidi o danni per l’ambiente”. Alla fine si è fermata qui tre giorni. “Ma solo perché mi piace il posto e il silenzio che c’è”. Già. Peccato per i ripetitori e le onde elettromagnetiche. Ce ne sono una decina. Ficcati sulla cima del Venda e anche del monte Cero. Vuoi mettere le piramidi?