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L’ospedale israelitico inquisito per truffa

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Il momento d’oro lo ebbe con la Polverini

Falsi interventi, ricoveri non giustificati, rimborsi gonfiati a carico del Sistema sanitario nazionale. Stavolta non si tratta dei soliti noti della sanità italiana ma dell’Ospedale Israelitico di Roma. Un piccolo ospedale, che, nato come opera di carità alla fine dell’Ottocento, ha conosciuto uno sviluppo straordinario negli anni Duemila. Sotto l’impulso di Antonio Mastrapasqua, attuale presidente dell’Inps e procuratore generale dell’Israelitico dal 2001. Il decreto di accreditamento firmato il 29 maggio dal presidente della Regione Lazio Zingaretti fotografa una struttura con 96 posti letto destinati alla degenza ordinaria e 22 in day hospital. Ma due mesi dopo lo stesso Zingaretti si è visto costretto a firmare un decreto di tutt’altro segno, che blocca quasi 12 milioni di pagamenti arretrati. Le fatture ancora da pagare, che l’Ospedale Israelitico ha impugnato anche davanti al Tribunale amministrativo, risalgono agli anni 2006-2009. E riguardano migliaia di ricoveri e altrettante cartelle sanitarie ospedale israelitico, che per anni sono rimaste ferme in attesa di controlli. La precedente amministrazione, guidata da Renata Polverini, aveva stipulato due protocolli di intesa per “sveltire” il pagamento. Solo che secondo la nuova amministrazione della sanità si tratterebbe di “somme non dovute”. L’ Agenzia per il controllo della sanità del Lazio incaricata di passare al setccio la documentazione relativa a 12.981 ricoveri effettuati tra il 2006 e 2009, ha riscontrato nel 94% dei casi si trattava di ricoveri “incongrui e inappropriati”. La relazione consegnata alla Regione elenca in particolare 6.320 impianti di protesi dentaria, 881 estrazioni di dente, 693 estrazioni di radici: “Procedure odontoiatriche erogabili ambulatorialmente” ma registrate come interventi con ricovero presso il reparto di ortopedia. Illegittimo.

 

Tanto più che l’odontoiatria non sarebbe mai stata compresa tra le specialità autorizzate in regime ordinario. Da qui il decreto con cui la Regione Lazio il 25 luglio ha disposto lo stop ai pagamenti in corso e l’avvio di tutti gli atti necessari ad evitare un danno erariale cospicuo, visto che i rimborsi per i ricoveri finiti nel mirino ammontano a circa 15 milioni. Una piccola parte è già stata versata. Il resto, quasi 12 milioni, resta per ora nelle casse della Regione. Anche perché: “L’elevato tasso di incongruità e inappropriatezza registrato dall’Asp potrebbe essere l’indice di comportamenti penalmente rilevanti“, annota il decreto regionale. Il condizionale è d’obbligo. Ma nel frattempo l’autorità giudiziaria è entrata nel vivo di questa vicenda. A luglio 2013 dalla procura di Roma è partita la richiesta di rinvio a giudizio, firmata dai pm Calabretta e Palaia. Notificata al direttore sanitario Spinelli, al coengiorgio,ospedaleisraelitico“legale rappresentante” dell’Ospedale Israelitico, individuato in Giorgio Coen, e a otto medici dentisti. Tutti convocati il 18 ottobre davanti al gip per l’udienza preliminare. La tesi della procura è che “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, con artifizi e raggiri” i medici e i responsabili della struttura “inducevano in errore il servizio sanitario nazionale”, conseguendo “un ingiusto profitto“. Nel mirino, circa 160 cartelle sanitarie. I raggiri consistevano nel “dichiarare falsamente di aver effettuato nei confronti dei pazienti prestazioni di gengivo- plastica con innesto di osso” invece di semplici “estrazioni e riparazioni dentali”. Una truffa che vedrebbe come parti lese la AsI Rm D, il ministero della Salute. E la Regione Lazio. Il diretto sanitario dell’Israelitico preferisce non commentare. Tanto meno il direttore generale Mastrapasqua che – ci tiene a sottolinearlo – nella richiesta non è neppure citato. Anche se una coda beffarda riguarda la posizione dell’Israelitico nei confronti l’Inps, di cui Mastrapasqua è presidente. L’Inps, infatti, aveva accordato all’Israelitico la possibilità di saldare i contributi per il personale con i crediti non pagati dalla Asl Rm D. A garanzia, una fattura non pagata risalenti proprio al 2006-9. E ora di nuovo al vaglio della amministrazione regionale.

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