La “perdità di credibilità” del clero, ammessa ieri dal cardinal Bertone 1, ha una sua cartina di tornasole anche nella dichiarazione dei redditi degli italiani: calano le firme per la donazione dell’8 per mille alla Chiesa. Ed è il secondo anno consecutivo che accade, tanto che la Cei registra con “preoccupazione” la tendenza.
Numeri e percentuali. Da un documento diffuso nel corso dell’Assemblea generale dei vescovi italiani, che si è conclusa il 28 maggio scorso a Roma, risulta che nelle dichiarazioni del 2007, relative alle redditi dell’anno precedente, le firme dell’8 per mille a favore della Chiesa cattolica sono state l’85,01% del totale, contro l’86,05% del 2006 e l’89,82% del 2005. ”Alla Chiesa cattolica – si legge nella relazione ai vescovi presentata dal Segretario generale Cei, monsignor Mariano Crociata – sono andate 14.839.143 adesioni, 95.104 in meno rispetto all’anno precedente: le scelte favorevoli alla Chiesa cattolica sono purtroppo diminuite sia in termini percentuali, sia in valore assoluto”.
Meno firme ma più denaro. Ma c’è un’altra faccia della medaglia: grazie alla crescita del gettito fiscale, al calo delle firme corrisponde un aumento del denaro versato alla Chiesa dallo Stato: nel 2010, grazie al gettito fiscale 2007, alla Chiesa sono andati 1.067 milioni di euro, contro i 967 del 2009: un aumento netto di quasi cento milioni. Dato che però non rassicura la Cei. Per il ”meccanismo di posticipazione a tre anni del calcolo del gettito – spiega monsignor Crociata – solo a partire dal 2013 sperimenteremo le conseguenze dell’attuale crisi economica sul gettito complessivo dell’Ire e quindi anche sulle somme dell’8 per mille”. Per questo la Cei ha destinato 30 milioni di euro alla ricostituzione del ”fondo di riserva”, “un obiettivo primario nel triennio 2010-2012” secondo monsignor Crociata, svuotato l’anno scorso per far fronte a un calo del gettito.
“Una gestione positiva”. A fronte dei dati peoccupanti sull’8 per mille, la relazione sottolinea come sia “particolarmente positiva” la ”gestione finanziaria” operata dalla Cei nell’anno passato, facendo registrare la “migliore performance dagli ultimi sette anni”. Una gestione, spiega Crociata, “caratterizzata da una coerente e attenta strategia di investimento” che “ha saputo monetizzare il forte rimbalzo dei corsi finanziari sopravvenuto alla grande crisi dei mercati del 2008, pur in presenza di un quadro macroeconomico di grande incertezza. Potremo quindi disporre di ulteriori risorse da destinare anche a sostegno della carità del Papa e per i Paesi dell’Est europeo”.
Sarà anche per il calo di credibilità, ma a nessuno è venuto il dubbio che l’aver proclamato che utilizza gran parte dell’otto per mille per favorire l’immigrazione forse non sia piaciuto tantissimo?