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Ma Kyengefrega ma Kyengenmporta

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Con questo can can passa sotto silenzio l’attentato alla nazione in atto ad opera della minoranza trozkista patrocinata dal Colle

Tutto nasce da un articolo pubblicato dal Corriere.it, in cui viene riportato come n un comizio a Treviglio (Bergamo) il vicepresidente del Senato abbia detto: «Quando vedo la Kyenge non posso non pensare a un orango».
LE REAZIONI/1 – «Le parole del vicepresidente del Senato Calderoli rivolte al ministro Kyenge sono inaccettabili. Non è possibile e non è degno che un importante rappresentante delle nostre istituzioni insulti, con parole volgari e offensive e razziste una cittadina italiana e ancora di più una donna che oggi, da ministro, rappresenta il nostro Paese» afferma Anna Finocchiaro del Pd. «Lunedì – annuncia – il Pd in Aula a Palazzo Madama chiederà conto a Calderoli delle sue affermazioni. Nel frattempo mi auguro che il vice presidente del Senato trovi la dignità di spiegare e di scusarsi con il ministro Kyenge». E il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda spiega: «Il senatore Calderoli rappresenta un caso di gravissimo sdoppiamento di personalità. Quando presiede il Senato lo fa con equidistanza. Quando parla da leghista tocca le vette della massima volgarità politica e civile. Il suo insulto al ministro Kienge è totalmente incompatibile col suo ruolo di vicepresidente del Senato».
LE REAZIONI/2: «Le offese di Roberto Calderoli al ministro Kyenge feriscono ed umiliano l’intero Paese e saranno con nostra vergogna riportate anche dai media internazionali», scrive il sindaco di Roma, Ignazio Marino, su Facebook. Il vicepremier e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha invece chiamato il ministro Cecile Kyenge per esprimere piena solidarietà e forte vicinanza, da parte dei colleghi di governo del Popolo della Libertà e dell’intero partito, per le ingiuriose parole ricevute. «Nessuna differenza politica nè di opinione su singoli argomenti – ha affermato il vicepremier – può mai giustificare quello che è accaduto».
DIFESA E SCUSE DI CALDEROLI – Alla fine però arriva anche la precisazione di Calderoli: «Ho parlato in un comizio, ho fatto una battuta, magari infelice, ma da comizio, questo è stato subito chiaro a tutti i presenti. Non volevo offendere e se il ministro Kyenge si è offesa me ne scuso, ma la mia battuta si è inserita in un ben più articolato e politico intervento di critica al ministro e alla sua politica». Calderoli ha poi telefonato al ministro per scusarsi: «Ho parlato al telefono col ministro Kyenge e mi sono scusato. Ci siamo chiariti – ha aggiunto l’esponente leghista – e ci siamo dati appuntamento in Parlamento per un confronto franco e leale». Prima della telefonata Calderoli aveva dichiarato: «Per farmi perdonare dal ministro Kyenge la invito ufficialmente ad un dibattito alla Berghemfest nel mese di agosto, la tradizionale festa della Lega a Bergamo ma sappia che non le farò sconti sulle critiche al suo modo di fare politica dell’immigrazione e su quel che dice a proposito dello ius soli» ha concluso Calderoli».

 

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