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Ma sì, ufficializziamo Bella Ciao!

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È la canzone giusta per festeggiare l’invasione straniera e la fine dell’indipendenza

“Come al solito penso che questi signori del Pd e chi gli va dietro, parlamentari di Italia Viva, Leu e gli altri, vivano su un altro pianeta, perché è evidente come i problemi siano altri piuttosto che farsi una ‘cantata’ e riconoscere l’ufficialità di Bella Ciao che loro già intonano il 25 aprile”. Lo ha detto all’Adnkronos Rachele Mussolini, figlia di Romano e nipote del Duce, commentando la proposta di legge depositata alla Camera dal Pd, ma firmata anche da 5 Stelle, LeU e Iv, per riconoscere ‘Bella Ciao’ inno ufficiale insieme a quello di Mameli in ogni cerimonia del 25 aprile, giorno della liberazione dal fascismo.
Con la proposta di legge, la numero 3035, “si intende riconoscere finalmente l’evidente carattere istituzionale a un inno che è espressione popolare – vissuta e pur sempre in continua evoluzione rispetto ai diversi momenti storici – dei più alti valori alla base della nascita della Repubblica”.
La proposta non piace a Rachele Mussolini che parlando con l’AdnKronos ha affermato: “Per quanto mi riguarda dopo aver ascoltato l’Inno di Mameli, spegnerò la televisione o la radio, perché quell’altra melodia non è nelle mie corde. Credo francamente che sia una proposta divisiva, che non si faccia niente per trovare quella famosa pacificazione di cui sempre parlo, ma che si faccia di tutto per mettere paletti e rimarcare le differenze, tra l’una e l’altra fazione”.
D’accordo invece l’ex presidente della Camera Laura Boldrini. “La resistenza non fu di parte, ma un moto di popolo, che coinvolse tutti coloro che non ritenevano più possibile vivere sotto una dittatura: un moto eterogeneo”, ha detto sempre all’AdnKronos. “Fecero parte della resistenza comunisti, socialisti, azionisti, liberali anarchici quindi essendo ‘Bella Ciao’ un canto della Resistenza ed essendo stata questa un moto di popolo è giusto che diventi un inno istituzionale, espressione popolare dei più alti valori alla base della nascita della Repubblica”.

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