venerdì 17 Ottobre 2025

Ma vuoi vedere che l’età dell’oro

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è appena l’ombra di Wall Street

 

Nell’ultimo trimestre del 2018, la domanda di oro da parte di investitori istituzionali, privati e Banche centrali è salita a quota 1.281,5 tonnellate, crescendo del 16% rispetto al quarto trimestre del 2017. I dati appena diffusi dal World Gold Council confermano la tendenza di crescita anche sull’intero 2018. Lo scorso anno la domanda globale è salita del 4% a 4.345,1 tonnellate. In particolare quella per lingotti e monete ha raggiunto 1.090,2 tonnellate (+4%), con le monete sui massimi a cinque anni. Certo, i flussi globali verso gli Etf sull’oro sono calati del 67%. Attenzione però. E’ risultata in crescita nel 2018 in Europa spinta da investitori istituzionali e privati con una fiammata negli ultimi mesi. Nel dettaglio da fine settembre la domanda da parte degli investitori professionali ha totalizzato 112,4 tonnellate. Il che corrisponde a un balzo del 246%. In questo caso giocano un ruolo fondamentale i timori e le incertezze su come avverrà la Brexit e su quali effetti avrà nel futuro.
A livello mondiale le Banche centrali hanno rappresentato i principali motori della domanda. Nel 2018 è risultata infatti ai massimi dal 1971. Cioè da quando sono stati eliminati i trattati di Bretton Woods sul legame tra valute, in particolare dollaro, e riserve auree della rispettiva Banca centrale. Nel 2018 gli istituti centrali di Russia, Turchia, Kazakistan, Ungheria, Polonia e Iraq sono risultati tra i più attivi.
“Gli investitori sono preoccupati del fatto che l’economia mondiale è fragile. Questo li spinge a buttarsi sull’oro in quanto bene rifugio” ha commentato John Mulligan, membro del World Gold Council.

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