”Proporrò al Governo e al Parlamento che ci venga data la possibilità di espellere anche i cittadini comunitari che non rispettano i requisiti previsti dalla direttiva europea del 2004”. Così il ministro dell’Interno Roberto Maroni, che ha partecipato a un incontro in Prefettura a Milano sul tema, conferma la volontà della linea dura nei confronti degli stranieri che non sono in grado di mantenersi in modo autonomo in Italia.
A ‘preoccupare’ il ministro è l’ingresso, il prossimo anno, della Romania nell’area Schengen. “Occorre dotarsi di strumenti per arginare la presenza di stranieri”, sottolinea Maroni che ricorda i risultati “molto importanti “ottenuti da Milano nel settore della sicurezza e della gestione delle area occupate da rom. Una leadership, riconosciuta dal ministro che definisce “il modello Milano come un modello utilizzabile in tutti i Paesi europei”.
Maroni conferma anche la chiusura del campo rom di via Triboniano a Milano entro fine ottobre, i tempi stabiliti dalle diverse istituzioni che gestiscono il campo regolare. ”Sarà chiuso nei termini previsti”, dice. Alle famiglie che vivono all’interno verranno fornite soluzioni alternative ”escludendo – sottolinea – le case Aler o nella disponibilità del Comune”. Per loro non verranno messe a disposizione, come in un primo momento si è ipotizzato, le case che fanno parte del patrimonio sequestrato alla mafia perché anche quelle, spiega Maroni, fanno parte del patrimonio comunale. Le soluzione, dunque, è legata al mondo dell’associazionismo (La solita metastasi di magna-magna). ”La grande Milano saprà trovare la soluzione migliore, soddisfacendo tutte le esigenze senza però utilizzare il patrimonio pubblico del Comune”.
Restano aperte diverse soluzioni per i nomadi che, presto, si ritroveranno a lasciare la propria casa in via Triboniano. “Chi ha diritto a restare verrà sistemato, chi no sarà espatriato. Le soluzioni ci sono, stiamo parlando di 25 case”. (Ma ai senza tetto italiani non ci si pensa) Maroni parla di una “scelta di saggezza. Sarà trovata una soluzione che metta d’accordo tutte le sensibilità. Se c’è un favore fatto a qualcuno è ai milanesi, perché aumenta la sicurezza”. E’ lo stesso ministro a ricordare che proprio due anni fa da Milano è iniziata “l’importante partita con il ‘patto sicurezza’ e con l’intervento sui campi rom abusivi, un fenomeno fino ad allora non gestito”. Un progetto, esteso ad altre Regioni, che ha visto Milano protagonista, capace di integrare “rigore, accoglienza e integrazione”.
Tra un mese circa, dopo che il Prefetto, in quanto commissario all’emergenza, avrà trovato nuove soluzioni abitative, il campo verrà smantellato.
Al tavolo con il ministro dell’Interno, il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il sindaco della città Letizia Moratti e il presidente della Provincia Guido Podestà.