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Mozart e Verdi come Tinto Brass e Tarantino?

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Orge, violenza, strip nei bordelli: a Berlino le rivisitazioni hard/pulp del “Il ratto del serraglio” e del “Don Carlos” fanno scandalo. Chissà se avessero allestito il “Flauto Magico” cosa avrebbero usato al posto del flauto…

BERLINO – Sesso e violenza sono gli ingredienti di due allestimenti scandalo proposti in due teatri lirici di Berlino: la Komische Oper, dove è di scena il Ratto dal serraglio di Mozart, e la Staatsoper, dove il sipario si è alzato sul Don Carlos di Verdi. Interpreti nudi che cantano sotto la doccia, scene di sesso orgiastico, sevizie, sangue, violenze e un massacro finale: il rapimento di Costanza e della cameriera Blonde non è ambientato, come in Mozart, nel palazzo del Pascià in Turchia, ma in un bordello. Il regista catalano Calixto Bieito, già autore di uno scandalo a Salisburgo nel 2001 e di messinscene choc ad Hannover e Francoforte, ha trasferito il rapimento dall’harem del despota ottomano in una casa di piacere, dove donne nude accalappiano i clienti dalle vetrine con letto e bidet.

Il pascià, a differenza del libretto, non è però quel tiranno bonario che consente a Belmonte e Costanza di amarsi e li libera: qui è il tenutario vizioso del bordello. Il servo Osmino si abbandona a eccessi sado-maso: tortura una prostituta tagliuzzandole il seno e poi la sgozza. Belmonte è un travestito mentre le coppie copulano in tutte le posizioni, con vari fuori testo: proiezioni di film hard e dialoghi dal film Ultimo tango a Parigi, in barba al libretto. Finale pulp con Belmonte e l’aiutante Pedrillo che massacrano i clienti del bordello e Costanza che all’amore del suo liberatore preferisce tirarsi una pallottola. Pubblico diviso alla prima: se molti spettatori, disgustati, se ne sono andati prima del tempo o hanno fischiato, altri applaudivano entusiasti. Dopo lo scandalo gli sponsor della DaimlerChrysler hanno annunciato il ritiro.


Meno sesso, ma tanta violenza, per la messinscena del Don Carlos alla Staatsoper, diretto da Fabio Luisi. “Verdi ha libera uscita”, titolava la Welt. Per il critico Klaus Geitel, nella concezione del regista Philipp Himmelmann il compositore italiano avrebbe scritto “musica da tavola”. Il centro dell’azione alla corte spagnola è infatti trasferito a tavola: Don Carlos spruzza yogurt, il marchese Posa si siede per sbaglio su uova strapazzate e la regina quando ha i nervi stira. Ma il tavolo serve anche a soddisfare le lussurie del re e della principessa Eboli, boss di una banda di tiratrici scelte. Richiami all’attualità con le scene dell’esecuzione di un gruppo di eretici appesi nudi per i piedi e cosparsi di benzina.

La stagione lirica tedesca sta per finire ma non è detto che le sorprese siano finite: il 25 luglio si apre il Festival di Bayreuth con un nuovo allestimento del Parsifal firmato da Christoph Schlingensief, enfant terrible fra le giovani leve.


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