Home Conflitti “+Sono Saddam Hussein, presidente della Repubblica d’Iraq”+

“+Sono Saddam Hussein, presidente della Repubblica d’Iraq”+

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Così l’ex raìs di fronte al giudice del processo-farsa istituito dagli americani. Poi con disprezzo rifiuta di alzarsi in piedi di fronte alla “corte”, dichiarata – con ragione – illegale. La Norimberga irakena promette fin dall’inizio di regalare colpi di scena (del resto è pur sempre stata ideata dai burattinai dello spettacolo, no?).

BAGDAD – Dimagrito, con i capelli un po’ lunghi e ingrigiti, e i suoi inconfondibili baffi. Così l’uomo che per decenni ha regnato in Iraq, è comparso oggi davanti al Tribunale speciale che a Bagdad ha il compito di giudicarlo: “Sono Saddam Hussein al Majd, presidente della Repubblica d’Iraq”. Presidente dell’Iraq. Come se nulla fosse accaduto. Forse una frase di sfida, forse soltanto confusione.

Quando gli è stato comunicato il mandato di arresto spiccato contro di lui, ha chiesto: “Mi interrogate oggi?”. Quindi, manifestando un certo disprezzo per la corte (della quale i suoi avvocati hanno denunciato l’illegalità), l’ex raìs si è seduto davanti al giudice in piedi.

Racconta Salem Chalabi, presidente del Tribunale: Saddam era “nervoso”, ma è apparso “in buona salute”, e quella di stamattina è stata “una esperienza surreale”. Del resto non poteva essere altrimenti: il viaggio alle prime ore dell’alba, verso una destinazione tenuta segreta – con tutta probabilità il carcere super protetto dagli americani nei pressi dell’aeroporto internazionale di Bagdad -, poi l’attesa in una stanzetta e infine la comparsa dell’uomo che per 35 anni ha dominato indiscusso sull’Iraq.

Saddam era l’unico nel tradizionale abito lungo arabo, grigio. Gli altri undici gerarchi, la cui custodia legale è passata oggi agli iracheni, indossavano invece tute da carcerati, di diversi colori. Sono entrati ad uno ad uno. E a tutti è stato comunicato il mandato d’arresto e le motivazioni.


Dopo Saddam è iniziata la sfilata degli altri ex potenti del deposto regime. Ali Hassan al Majid, il celeberrimo “Ali il chimico”, consigliere e cugino di Saddam, arrestato il 21 agosto 2003, che ha ripetuto più volte : “Sono stanco”; Tareq Aziz, l’allora vicepremier che secondo quanto riferito da un un assistente di Chalabi “non ha aperto bocca”; Taha Yassin Ramadan, ex vicepresidente, arrestato il 18 agosto che “sembra ingrassato”. L'”aggressivo segretario personale di Saddam, Abed Hamid Mahmoud, arrestato il 16 giugno 2003, che si è proclamato “innocente, e un giorno lo scoprirete anche voi”.

L’intero procedimento di notifica, ha spiegato poi lo stesso Chalabi, non è durato più di 15 minuti. Mentre un alto responsabile americano della forza multinazionale ha detto che la sovranità giuridica su Saddam “è passata agli iracheni alle 10.15 di oggi”. Domani, secondo la stessa fonte, Saddam e gli altri undici compariranno davanti a un giudice che comunicherà loro i reati contestati.

L’ex dittatore iracheno è accusato di crimini contro l’umanità e genocidio dei curdi, della guerra contro l’Iran del 1980-88 e dell’invasione del Kuwait del 1990, reati punibili con la pena di morte, che il governo ad interim ha deciso di reintrodurre.


(30 giugno 2004)


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