Solita retorica antifascista in occasione del ricordo dell’anniversario dell’assassinio di Ettore Muti. Striscioni datati e danneggiamenti al sepolcro.
Slogan antifascisti sulla tomba di Muti
RAVENNA – Nell’invito si erano raccomandati di non portare “vessilli e bandiere di partiti e movimenti politici”. Ma gli “Arditi d’Italia” delle Federazioni di Ravenna e Bologna, il vessillo hanno avuto la sorpresa di trovarlo già sul posto, ieri mattina, mentre si accingevano a celebrare la commemorazione del sessantunesimo anniversario della morte di Ettore Muti. Più precisamente uno striscione, bianco, con la scritta, vergata in rosso, di uno slogan antifascista piuttosto datato: “Fascisti, carogne, tornate nelle fogne”. Il tutto corredato dal simbolo di falce e martello. E accompagnato da un volantino di “rivendicazione” firmato “antifascisti ravennati”. Sul posto è intervenuta la Digos, che ha sequestrato striscione e volantino e sta indagando sul “caso”.La commemorazione di Ettore Muti – ravennate classe 1902, combattente pluridecorato nella Grande guerra, al fianco di D’Annunzio nella liberazione di Fiume e gerarca fascista, arrestato e ucciso a Fregene il 24 agosto 1943 – richiama ogni anno un certo numero di “nostalgici”. Sarebbe passata probabilmente quasi inosservata se non fosse stato per il gesto dimostrativo portato avanti, secondo la Questura, da una sigla nuova riconducibile a un ristretto gruppo di persone.Il ritrovo dei partecipanti era previsto per le dieci, e poco prima dell’orario stabilito un gruppetto di persone – fra le quali Massimo Barbieri, coordinatore regionale di Alternativa sociale – ha raggiunto la tomba dell’ardito ravennate per posarvi una corona. “Siamo scioccati – ha commentato -: abbiamo anche trovato una parte della tomba danneggiata. E’ inconcepibile che non ci sia alcun rispetto in un luogo come un cimitero. Abbiamo avvisato l’onorevole Alessandra Mussolini, che si è detta incredula e indignata”.Ma il gesto di sfregio non lasciato indifferenti neanche le opposte fazioni politiche: “E’ un gesto vile – tuona il sindaco di Ravenna Vidmer Mercatali -: si deve avere rispetto dei morti a prescindere dalle loro idee politiche. Chi non ha rispetto dei morti dimostra una stupidità che non appartiene alla cultura della nostra città”.