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Una trappola mediocre per il Lupin meneghino

    Un controllo casuale (?…) degli agenti della volante Quarto Oggiaro su una Bmw 118, martedì pomeriggio in via Monte Rosa, ha portato alla scoperta di un chilo e 15 grammi di diamanti, grezzi e meno grezzi, di vario taglio, più alcuni zirconi. Le pietre erano ben nascoste tra i sedili posteriori, in 21 buste sigillate. Ad attrarre l’attenzione degli agenti è stata soprattutto l’identità del conducente della Bmw: Leonardo Notar­bartolo (in foto), 57 anni, ritenuto l’ideatore di quello che era stato soprannominato il colpo del secolo: l’assalto, nel 2003, al World Diamond Center di Anversa, con un bottino quantificabile tra i 150 e i 200 milio­ni di euro. IL BOTTINO MAI TROVATO – Notarbartolo era stato arrestato dalla polizia belga e con­dannato a 10 anni di carcere: dopo averne scontati 6, era tornato libero. Dopo il rientro in Italia, aveva raccontato agli organi di informazione il proprio colpo. Secondo la polizia italiana, però, resta ancora nascosto un colossale bot­tino in un rifugio del nord-ovest: 21 bli­ster colmi di diamanti, proprio come quelli trovati sull’auto. Gli agenti hanno sequestrato i blister e hanno denunciato Notarbartolo a piede libero per ricettazione. Con lui sono state controllate le altre due persone che si trovavano a bordo: padre e figlio di 61 e 23 anni (E.B. e E.G.B. entrambi con precedenti, entrambi residenti a Milano anche se di origini venete). Nessun provvedimento è stato emesso nei loro confronti. Gli esiti del controllo sono stati comunicati alla squadra mobile di Torino che non ha mai smesso di indagare sul colpo del secolo. LA DIFESA: REGOLARMENTE ACQUISTATI – “Si tratta di scarti di lavorazione comperati regolarmente”, ha fatto sapere da Torino l’avvocato Basilio Foti, difensore di Notarbartolo. Il penalista, oltre a ribadire che il suo cliente, dopo il controllo, non è stato arrestato, annuncia che farà partire subito l’iter “per ottenere il dissequestro del preziosi”. Gli “scarti di lavorazione”, comunica il legale, hanno un valore molto diverso da quello dei diamanti: “Un chilo può valere all’incirca 15mila euro, magari 18mila o 13mila, ma non certo milioni”. Sul fatto che possa trattarsi di parte della refurtiva del colpo di Anversa, Foti non si sbilancia: “Non credo, comunque un perito li analizzerà e risolverà il problema”.

Ma un po’ di rispetto per l’arte e il genio no?

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