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Non ci si crede

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Delle nostre piccole imprese si devono occupare gli uomini della finanza global perché esse – e i sovranisti – niente fanno

“La situazione è peggiore di quel sembra, specie per le piccole e medie imprese. E per questo le “autorità devono agire urgentemente”. E’ l’appello lanciato da Mario Draghi nella veste di co-presidente del gruppo di lavoro del G30. Un invito ad agire condiviso anche dalla Fed che, a più riprese, ha esortato il Congresso statunitense ad agire e a farlo in tempi rapidi con nuovi aiuti all’economia travolta dal virus. Un appello che Jerome Powell, presidente della banca centrale Usa, ripeterà probabilmente al termine dell’ultima riunione del 2020 della Fed, in calendario martedì e mercoledì prossimi.
“Le autorità devono agire urgentemente” perché “in molti settori e Paesi siamo sull’orlo del precipizio in termini di solvibilità, specialmente per le piccole e medie imprese, con i programmi di sostegno in scadenza e il patrimonio esistente che viene eroso dalle perdite”, ha ammonito in modo eloquente Draghi, che è anche nel comitato di direzione del think tank di consulenza su questioni di economia monetaria e internazionale. “Il problema – ha aggiunto l’ex presidente della Bce – è peggiore di quel che appare perché il massiccio aiuto in termini di liquidità, e la vera e propria confusione causata dalla natura senza precedenti di questa crisi, ne stanno mascherando le vere dimensioni”.
“La sostenibilità del debito pubblico in un certo Paese sarà giudicata sulla base della crescita e quindi anche di come verranno spese le risorse di Next Generation Eu” afferma l’ex presidente della Bce, Mario Draghi, in un colloquio con il Corriere della Sera in cui suggerisce “uno sguardo lungo” per la crescita. L’economista ha avvertito i Paesi: “Se saranno sprecate il debito alla fine diventerà insostenibile perché i progetti finanziati non produrranno crescita”. Al contrario, spiega l’ex governatore, “se i tassi di rendimento dei progetti fossero elevati e tali da giustificare l’investimento pubblico, allora la crescita arriverebbe e diventerebbe il fattore decisivo per la sostenibilità del debito”.
Nell’approntare i Recovery plan nazionali, “quel che bisogna valutare è se un progetto è utile o no” spiega Draghi, “s supera certi test che riguardano il suo tasso di rendimento sociale, come anche nell’istruzione o nel cambiamento climatico, oppure è semplicemente il frutto di una convenienza politica e di clientelismo”. Draghi ribadisce che “questa è un’opportunità unica di investire in molti progetti di valore elevato. Se sono vecchi o nuovi non è importante, ciò che conta e molto è che il loro valore sociale sia dimostrabile”. Lo è se per esempio aggiorna tecnologie obsolete, o se apre spazi produttivi in nuovi settori”.

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