Home Alterview Non più burattini dei mammut

Non più burattini dei mammut

0

Dalla sinistra di base napoletana: “i ragazzi di CasaPound ci hanno regalato l’occasione per riflettere”

Per quanto vi crediate assolti siete comunque coinvolti. L’occupazione da parte dei ragazzi di CasaPound dell’ex convento di Materdei evidenzia una colpa e un ritardo: la colpa di quelli che si lamentano dell’azione, sindaco in testa, intellettuali in coda con centri sociali, gruppi musicali e così via. Il ritardo di essere sempre in retroguardia rispetto a ciò che accade in città. Quell’occupazione — a prescindere di chi l’ha fatta — mostra un’asincronia non solo culturale nel concedere spazi a tutti, e riporta a galla una storia vecchia: in molti si trincerano dietro le Quattro giornate in nome di un antifascismo che chiedeva altro da ciò che oggi è il presente napoletano /italiano.
Dimenticato da chi lo sbandiera, e poi la città ha scelto di andare da un’altra parte, la prova c’è stata con gli episodi di razzismo avvenuti a Ponticelli, uno dei primi quartieri a insorgere contro i nazisti nelle quattro giornate che liberarono la città. E i manifesti che incitavano alla cacciata dei rom e degli altri stranieri erano a firma Pd e della vecchia Alleanza Nazionale.
Questo episodio, e il non saper accettare il diverso in tutte le sue contraddizioni: che venga da CasaPound o dagli islamici (che fine ha fatto la moschea?) fa risaltare ancora una volta la schizofrenia democratica di questa città. Che risponde sempre in modo scomposto, da una parte e dell’altra.
I ragazzi di CasaPound con un gesto che non è solo simbolico ci hanno regalato l’occasione per riflettere sui numerosi edifici inutilizzati a fronte di una emergenza abitativa che è evidente e sottaciuta e con una politica della casa e degli affitti inesistente o infruttuosa, in più hanno, di fatto, precorso i tempi, anticipando quello che avverrà con l’altra politica, e che è inevitabile a fronte di un fallimento del centro sinistra. Se i tanti che si sono scagliati contro casa Pound, ricommettendo un errore di cui già parlava Pasolini (“nessuno di noi ha mai parlato con loro. Li abbiamo subito accettati come rappresentanti inevitabili del Male”), se qualcuno avesse letto Oltrenero, un libro con testi di Marco Mathieu e foto di Alessandro Cosmelli, edito da Contrasto, oggi non parlerebbe così, e si preoccuperebbe di cercare un ponte attraverso una discussione che passa per le scuole, come in Lombardia si sta preparando a fare l’Anpi, non una associazione qualsiasi.
Nel libro i ragazzi mostrano una fisicità della politica e dell’amicizia che a tratti è persino ingenua, con istanze sociali che bordeggiano quelle che erano della sinistra negli anni Settanta e che sono state messe da parte, pongono questioni che non possono essere ignorate perché partono dalla periferie, e parlano un linguaggio che spesso è molto più alto e concreto della maggioranza dei politici che siedono in parlamento e senato. Nel complesso sono lontanissimi dalle nostre posizioni e non ci piacciono, sono minoranza, ma non possono e non devono essere ignorati, né liquidati con la semplicità che si è vista in questi giorni. A leggere i comunicati di centri sociali E laboratori “99posseantifascisti” vengono i brividi per la disinformazione e viene la nausea per l’uso della retorica a fiumi.
Se questi ragazzi ci sono (basterebbe conoscere la storia di Pound, per capire che hanno una cifra diversa da Forza Nuova) e mettono sotto gli occhi di tutti dei disagi, anche seri, che lo facciano con azioni che siano dannunziane o meno, è secondario rispetto al fatto che colpiscono nel segno, su nervi scoperti, e questioni rimosse. E la risposta della sinistra è da mammut, con i volti nuovi che devono farsi conoscere ammonendo e muovendo passi vecchi, magari guadagnando qualche punto in congresso, su strade già battute che non hanno funzionato. Nessuno vuole giustificare i destri, ma nemmeno avallare le urla da signore bene che scoprono la povertà. E tutti quelli che si indignano e parlano e scrivono, hanno molte più colpe dei CasaPound, avendo avuto potere e voce in capitolo, e proprio urlando cercano di recuperare posizioni e supremazie perdute, lanciandosi in operazioni di antifascismo stantio. Quello vero, ha vinto, proprio perché voleva spazi di discussione e non chiusure e condanne. Ma chi se lo ricorda più? Ormai è un marchio, una griffe da indossare all’occorrenza, viziata da un linguaggio politico misero che sa parlare solo al presente e che non conosce il futuro, nemmeno quello prossimo, diverso e vicinissimo a noi.
Il testo, riportato integralmente senza commenti, aggiunte od omissioni, è presente sul sito della sinistra militante napoletana all’inidirizzo http://www.napolionline.org/new/i-ragazzi-di-casapound-e-gli-edifici-inutilizzati 

Nessun commento

Exit mobile version