Home Tempi Moderni Non hai sonno ? Te lo fanno venire le elezioni

Non hai sonno ? Te lo fanno venire le elezioni

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La politica di palazzo non convince più nessuno,gli indecisi salgono al 20% il polo delude e la sinistra non aggrega. L’elettore è sempre più anestetizzato e annoiato. Piccoli effetti collaterali della democrazia

I partiti, a destra come a sinistra, non smettono di polemizzare tra loro, anche se alleati nella stessa coalizione. Spesso su questioni lontane dagli interessi prevalenti nell’elettorato o comunque relativamente poco comprensibili da quest’ultimo. E trascurando talvolta temi che, viceversa, coinvolgono maggiormente i cittadini. Anche da qui, forse, derivano i nuovi segnali di disaffezione dalla politica che emergono da questo sondaggio. Ciò che colpisce è soprattutto il diffuso ritorno dell’indecisione, persino tra chi non esita a dichiarare l’opzione di voto espressa alle Europee.
Contrariamente a quanto spesso accade nelle indagini elettorali, non ci troviamo dunque di fronte a reticenza, ma a una vera perplessità sulle scelte politiche da compiere. Ben un elettore su cinque, tra quanti si sono recati alle urne a giugno (escluso quindi chi si era astenuto già in quella occasione), afferma di essere oggi incerto. A costoro si può forse aggiungere quel 7% che è pronto addirittura a cambiare la coalizione scelta a suo tempo. In definitiva, resta stabile nella propria preferenza di partito “solo” grossomodo il 70% di chi ha votato alle Europee. Le donne risultano tendenzialmente più «mobili», con una ulteriore accentuazione tra quella che, da tempo, costituisce la nuova generazione degli indecisi, relativamente lontani dalla politica: i 30-40enni. Ancora, la mobilità potenziale è, come di consueto, maggiore tra i laureati, spesso critici e pronti a cambiare opinione.

Ma le differenziazioni più rilevanti dipendono dall’orientamento politico. Sia il flusso verso l’indecisione, sia – ciò che è forse più significativo, anche se di dimensioni quantitative minori – quello verso la coalizione opposta, risultano relativamente più intensi tra i votanti per il centrodestra. Come si sa, già in occasione delle Europee, la coalizione di governo aveva subito i malumori di parte del proprio elettorato. Questa tendenza pare proseguire, sia pure in dimensioni più limitate. Resta il fatto che nel centrodestra quasi un elettore su quattro esprime perplessità nel riconfermare la scelta di voto del giugno scorso. Con differenze tra un partito e l’altro. Gli elettori della Lega e specialmente quelli di Alleanza nazionale risultano relativamente piu fedeli. Con, di converso, una più accentuata mobilità potenziale tra chi ha votato Forza Italia e Udc.
Ma la stabilità relativamente maggiore nel centrosinistra non significa che le forze di opposizione – specialmente alcune – non abbiano i loro problemi. Anche perché il maggior tasso di fedeltà qui rilevato dipende anche da un fatto meramente tecnico: l’esistenza alle Europee della lista «Uniti nell’Ulivo» porta a considerare stabile chi, avendola votata a giugno, dichiara di scegliere oggi una delle sue tre componenti. Mentre la maggiore frammentazione originaria nel centrodestra implica inevitabilmente una più elevata mobilità potenziale.
Anche per questo, il quadro complessivo delle intenzioni di voto muta, rispetto alle ultime Europee, forse meno di quanto ci si potrebbe aspettare. Certo, il centrodestra appare subire una qualche erosione, mentre il complesso del centrosinistra mostra un tendenza alla crescita. Ciò è dovuto, come si è detto, assai più alla presenza di indecisi – più rilevante fra gli elettori della Casa delle Libertà – che a veri e propri flussi da una coalizione all’altra, che pure coinvolgono il 7%. Ma il vantaggio del centrosinistra è in parte attenuato

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