Si diceva: dopo l’Iraq, l’Iran e la Siria. E così Israele inizia a lanciare qualche pietra nascondendo la mano. Non aspetta altro che la risposta della Siria e degli islamici ai suoi attacchi terroristici, poi darà l’ordine e gli Usa interverranno con un’altra guerra preventiva.
Durissime le reazioni da Damasco: “Questo atto di
terrorismo – ha detto una fonte ufficiale del regime siriano, ripresa dall’agenzia ufficiale di informazione Sana – rappresenta uno sviluppo grave, di cui Israele porta la responsabilità, poichè sottolinea la sua intenzione di scuotere la sicurezza e la stabilità nella regione”. L’attentato dei servizi segreti israeliani, aggiunge la fonte ufficiale siriana, è stato compiuto “in un momento in cui vengono effettuate iniziative internazionali e regionali intese a ridurre la tensione” delMedio Oriente
Dalla sede di Gaza del Movimento per la resistenza islamica è partito un vero e proprio atto di accusa nei confronti dello Stato ebraico: “L’attentato è un crimine codardo del sionista Mossad”. Parole accompagnate dalla promessa di attentati in Israele. E, anche, da minacce di colpire “obiettivi isareliani all’estero”.
Intanto il ministro per la sicurezza interna di Israele Gideon Ezra si è rallegrato oggi della notizia, ma ha affermato di “non sapere nulla” di possibili responsabilità dello stato ebraico nell’attentato. “Ne sono lieto” ha detto Ezra ai cronisti, aggiungendo però di “non sapere nulla in proposito”.
Khalil era stato espulso da Israele 12 anni fa. Secondo un rapporto diramato dal dipartimento di Stato americano nel 1997, dirigeva insieme con Imad al Alami la base di Damasco di Hamas e da lì avrebbe ordinato diversi attentati contro obbiettivi israeliani. L’attentato in cui è morto è stato compiuto nel quariere al Zahraa della capitale siriana.