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Obama is demagoging

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Le banche finanziate con il debito pubblico. In cambio un piccolo taglio ai salari e ai bonus dei bancarottieri

              Come il presidente francese Sarkozy, così Obama vuole limitare gli stipendi e i bonus dei banchieri, ritenuti una delle cause principali del crack finanziario del 2008. Secondo il Wall Street Journal, la Fed (Federal reserve, la Banca centrale) avrebbe il diritto di veto su di essi: se gli stipendi e i bonus fossero tali da spingere i banchieri a correre gravi rischi, come accadde gli anni scorsi, li taglierebbe. La Fed inoltre imporrebbe alle banche di riprendere in gran parte i soldi versati ai loro manager che causassero perdite.

Il giornale precisa che la regolamentazioneentrerebbe in vigore tra alcune settimane e potrebbe essere modificata. Scrive il Wall Street che le restrizioni riguarderebbero non soltanto i “top guns”, ma anche dirigenti minori a 5.000 banche e istituti finanziari. Le 25 banche più importanti, giudicate troppo grandi per lasciarle andare in dissesto, verrebbero sottoposte a particolare sorveglianza. La Fed potrebbe attuare la misura senza il placet del Congresso. Daniel Tarullo, uno dei nuovi direttori della Fed, un ex consigliere economico del presidente Clinton, diverrebbe lo “zar” degli stipendi e dei salari. Rimarrebbero esenti dal nuovo regolamento le casse di risparmio e le banche dei singoli stati, che dipendono non dalla Fed ma dalla Federal deposit insurance corporation.

La notizia del Wall street journal ha suscitato critiche tra le banche e i repubblicani al Congresso ma il plauso dei democratici, che hanno peraltro rinunciato a imporre un tetto di mezzo milione di dollari annui ai banchieri. Ma Vikram Pandit, il presidente del Citigroup, la banca oggi in maggiore difficoltà, ancora in piedi grazie ai sussidi governativi, ha ammesso che alcuni stipendi e bonus sono ingiustificati. L’anno scorso, Andrew Hall, un dirigente del Citigroup, intascò 99 milioni di dollari nonostante il crollo di Wall street, suscitando uno scandalo. La regolamentazione ha l’appoggio dell’ex governatore della Riserva Federale Paul Volcker, l’uomo che risanò la finanza americana nel 1980, all’apice di un’altra crisi, e che gode di enorme autorità. Volcker propone addirittura che la Fed limiti le operazioni di borsa delle grandi banche: “Non devono potere più mettere a rischio i soldi dei contribuenti” ha ammonito “che sono poi costretti a salvarle subendo un duplice danno”. Obama discuterà la riforma alla riunione del G20 a Pittsburgh la settimana prossima.

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