Dopo i numerosi ostacoli ricevuti da parte degli uffici universitari per qualsiasi iniziativa si volesse organizzare, e dopo il rifiuto del rettore nel concedere un’assemblea d’ateneo, ieri mattina 50 militanti del Blocco Studentesco, insieme ai ragazzi di “Azione Universitaria – Studenti per le libertà”, hanno simbolicamente occupato il Rettorato. “Abbiamo deciso di occupare l’ufficio del Rettore- spiega Martina Poli, consigliere di facoltà del Blocco Studentesco- perché da troppo tempo la nostra lista viene ostacolata nelle sue iniziative da numerosi uffici universitari, che fanno di tutto per impedire il normale svolgimento dell’attività politica all’interno dell’ateneo.” Quello con il Rettore sembra essere stato un’incontro costruttivo, in quanto il Magnifico ha dichiarato che approverà un’assemblea d’ateneo solo quando la richiesta verrà formulata formalmente dalle liste presenti all’interno dell’università. “Noi come Blocco Studentesco- prosegue Poli- abbiamo deciso di farci promotori per avanzare questa richiesta al Rettore Mazzucco al fine di ottenere un’assemblea d’Ateneo dove tutte le liste elette e tutti gli studenti abbiano possibilità di esprimersi in merito alla Riforma Gelmini.”
Resoconto Assemblea e incontro con il collettivo
Dopo aver ricevuto la risposta positiva del rettore, abbiamo deciso di andare all’Assemblea organizzata in Università per cercare di creare proprio la pluralità necessaria per inoltrare la richiesta di un’Assemblea Generale di Ateneo. Siamo dunque andati a proporre una collaborazione di tutti i gruppi studenteschi (andando momentaneamente oltre le altre ed evidenti differenze ideologiche e il nostro attuale disappunto per la scorrettezza dei Collettivi, che stanno continuando a fare politica in Università senza manifestare apertamente la loro appartenenza) dal momento che in questo caso vogliamo tutti la stessa Assemblea d’Ateneo e che grosso modo ci troviamo d’accordo anche nella contestazione alla riforma Gelmini.
Era stato posto un problema: come reagire al rifiuto del Rettore? E noi abbiamo portato e proposto la soluzione appena trovata, che però non ha risvegliato la reazione che ci si aspetterebbe.
Non è stata nemmeno colta l’evidente motivazione per cui siamo andati là e i ragazzi ci hanno anzi più o meno cortesemente invitati a rivolgerci direttamente ai Rappresentanti degli Studenti dal momento che “vogliamo fare il gioco burocratico del Rettore” e che loro non sono vicini a nessuna lista universitaria e a nessun gruppo politico (?). Allora, gli si dice, facciamo questa cosa semplicemente in continuità con quella che avete fatto voi raccogliendo le 2300 firme. Ma la chiusura mentale e l’antifascismo che li permea non gli consente di fare nemmeno questo. “Se la mia firma verrà anche solo associata in qualche modo ad un’iniziativa del Blocco Studentesco la ritiro subito.” Peccato, non sei riuscito a capire che il Blocco Studentesco vuole fare esattamente quell’Assemblea che volevi anche tu, e per la quale hai firmato. Peccato, sei talmente un “cervello libero ed indipendente” che non riesci neanche a sostenere fino in fondo quello che vuoi. Peccato sì, ma fino ad un certo punto, perchè l’Assemblea noi la richiediamo e la facciamo, insieme a tutte le liste e i gruppi che vorranno aderire.
In conclusione: mentalità pratica nulla (come hanno giustamente lamentato alcuni ragazzi interessati solo alla mobilitazione contro la riforma, si è praticamente dato aria alle gole con cose vecchie, che si sanno già e, soprattutto, che non c’entravano nulla) e paroloni tanti (uno mi ha detto “sei un’ anticapitalista gerarchizzata”, giuro). Il tutto condito con gustosi siparietti, vedi la studentessa cinquantenne fuori corso che è piombata in mezzo all’Assemblea con il pugno (quello sbagliato) alzato, o il ragazzo che ha intrapreso da solo il coro “Fuori i fascisti dall’Università”. Nessuno l’ha seguito, però almeno s’è potuto godere il nostro più caloroso applauso.
Avevamo davvero creduto in una possibile unione delle forze per questo contingente obiettivo comune, sarebbe stata un’occasione buona per tutti e avremmo potuto essere davvero gli “Studenti Veronesi” nella loro complessità. In ogni modo il primo passo è stato fatto e la richiesta di Assemblea che stileremo a brevissimo rimane naturalmente aperta alla firma e alla collaborazione di tutti. O, per lo meno, di tutti quelli che riusciranno a sopportare di volere quello che vogliamo noi.