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Occupazioni non difformi

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Centinaia di nuove abitazioni abusive in Cisgiordania

Oltre seicento edifici sarebbero in costruzione nelle colonie ebraiche della Cisgiordania, meno di un mese dopo il termine della moratoria sulle attività edilizie. Lo ha rivelato  Peace Now, un movimento pacifista israeliano, aggiungendo che la ripresa dei lavori sta avvenendo a un ritmo molto sostenuto.
“La vera questione è che cosa succederà nel futuro. Se il congelamento degli insediamenti verrà esteso, allora si vedrà un significativo rallentamento nella costruzione. In caso contrario, recupereranno rapidamente quello che non è stato fatto durante la moratoria” afferma Hagit Ofran, di Peace Now.
Dati, per l’Autorità Nazionale Palestinese, allarmanti e che confermano la mancanza di un reale impegno di Israele a portare avanti un processo di pace. “Gli insediamenti sono un atto unilaterale, un atto aggressivo, coloniale” commenta Mohammed Ishtayeh, ministro responsabile delle abitazioni palestinesi. “Che senso ha costruire edifici mentre stiamo cercando di negoziare l’eliminazione totale e l’evacuazione di questi insediamenti” Molte le contraddizioni, dunque ,tra ciò che Israele dice e ciò che fa”.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ridimensiona la vicenda: “Le discussioni sulla costruzione di nuovi insediamenti” afferma “sono un finto ostacolo ai colloqui di pace. I palestinesi stessi dicono che i nuovi edifici sono irrilevanti nella mappa delle colonie”.
Intensa l’attività diplomatica dell’amministrazione statunitense volta a convincere Israele a estendere la moratoria sulle attività edilizie, scaduta il 26 settembre.

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