Soros, padrone della Grecia, è stato sconfitto lì
Mentre ancora ci si chiede chi abbia commesso l’attentato terroristico ai danni dell’Airbus russo sul Sinai (stavolta più che mai la mano non è stata americana e pure sulla matrice israeliana è lecito nutrire più di un dubbio) il rischio si sposta in Turchia.
La vittoria di Erdogan è stata netta. Ha rintuzzato l’avanzata curda promossa dal regista assoluto del Mediterraneo – e non solo – ovvero dal magnate “filantropo” che è l’unica persona che fa peggio e più del Papa per favorire l’invasione d’immigrati dal sud.
Soros non ha fatto misteri dei suoi piani finali nell’area: smembramento di Grecia e Turchia e nascita di uno Stato cosmopolita interreligioso, la “Grande Macedonia” con capitale Salonicco.
Soros è il finanziatore di Tsipras, e quindi delle svendite greche, ma anche del partito curdo “moderato” Hdp che pochi mesi fa aveva ottenuto una percentuale significativa al Parlamento greco, togliendo a Erdogan i numeri per una riforma costituzionale importante e decisiva.
L’avanzata dell’Hdp fu l’effetto dei capitali di Soros e di una campagna terroristica “anti-curda” che lo fece passare per vittima.
Il giochino è stato ripetuto per queste elezioni ma non ha più funzionato perché gli elettori turchi hanno capito che le “vittime” sono in realtà vittime dei loro stessi padroni che le hanno immolate nel più classico scenario italiano dello stragismo.
Ora la Turchia si trova in una situazione delicata perché fa potenza intorno a un uomo forte e in un gioco di bilancia molto complesso e delicato. Tutto l’Occidente sostiene infatti i terroristi e trafficanti curdi; inoltre la questione siriana ha aumentato gli attriti con Riad e Teheran e ha allontanato i turchi dai russi.
Se Erdogan fosse stato sconfitto, ora una tsiprata turca sarebbe all’orizzonte, Così dovrà far fronte a nemici potentissimi, cinici e feroci.
Per la Turchia rischia di aprirsi una stagione tragica.