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Trentadue bambini sacrificati per far cadere Assad?

Il regime siriano ha negato ogni responsabilità per il massacro di Hula, in cui hanno perso la vita un centinaio persone, tra cui 32 bambini, attribuendolo a gruppi terroristici. «Rifiutiamo totalmente ogni responsabilità governativa per questo massacro terroristico che ha colpito gli abitanti», ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri di Damasco, Jihad Makdissi, aggiungendo che sarà aperta un’inchiesta che farà luce sulla vicenda in pochi giorni. Il ministro ha anche riferito che da lunedì sarà in visita in Siria l’inviato dell’Onu e della Lega araba, Kofi Annan. Intanto gli attivisti spiegano che sono almeno 13mila i morti dall’inizio dell’anno.
AL QAEDA – I video del massacro sono stati caricati su YouTube dagli abitanti di Hula. Si vedono i corpi insanguinati di tanti piccoli raccolti sopra delle coperte. Per questa strage i media di stato siriani accusano i gruppi legati a Al Qaeda: «Gruppi terroristici di Al Qaeda hanno commesso due odiosi massacri contro le famiglie nella campagna di Homs», riferisce l’agenzia Sana che cita un funzionario governativo della zona.
CLINTON E ASHTON – Il massacro è avvenuto due giorni fa, e domenica gli osservatori dell’Onu da Hula hanno confermato che oltre 92 persone sono morte nel bombardamento. La strage ha suscitato lo sdegno della comunità internazionale. Anche il segretario di stato americano Hillary Clinton ha condannato «l’atrocità» del massacro unendosi all’appello mondiale per mettere fine al bagno di sangue nel paese arabo. «Gli Stati Uniti condannano nel modo più forte il massacro. Quelli che hanno perpetrato questa atrocità devono essere identificati e devono renderne conto – ha aggiunto -. Gli Stati Uniti lavoreranno con la comunità internazionale per intensificare la nostra pressione su Assad e i suoi, perché le uccisioni e la paura devono cessare». Anche l’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea, Catherine Ashton, si è detta «inorridita dalle notizie del brutale massacro». In una nota diffusa nella notte, la Ashton condanna «nel modo più forte questo atto efferato perpetrato dal regime siriano contro il suo stesso popolo nonostante l’accordo per il cessate il fuoco e la presenza degli osservatori Onu» e invita la comunità internazionale a continuare a «parlare a una sola voce per chiedere la fine dello spargimento di sangue e le dimissioni di Bashar Assad per consentire una transizione democratica». L’Alto rappresentante Ue chiede inoltre al governo di Damasco di applicare il piano di pace dell’inviato speciale Kofi Annan in sei punti.

La soluzione potrebbe arrivare dallo Yemen. Questa è l’idea di Barack Obama, anticipata dal New York Times, per trovare una soluzione alla Siria. E porre fine alle violenze. Il presidente americano vorrebbe che Bashir al-Assad, andasse in esilio e mantenere però parte del suo governo al potere nel Paese. Un piano che potrebbe funzionare solo se anche la Russia decide di partecipare.
L’INCONTRO- Obama e Putin si incontreranno a giugno. E tra i temi di discussione ci sarà sicuramente la situazione siriana. Paese chiave per gli equilibri di tutto il Medioriente. Proprio durante il vertice verrà illustrato, appunto, il piano già anticipato durante il G8 a Medvedev. Obama vuole premere per la partenza di Assad e gestire il periodo di transizione con parte del suo governo così come è stato fatto in Yemen. Dopo mesi di violenze, il presidente Ali Abdullah Saleh accettò di cedere il potere al suo vice, Agbdu Rabbu Mansour Hadi, attraverso un accordo mediato dai Paesi arabi vicini. Hadi, successivamente confermato con un’elezione, guida ora la transizione.

Trentadue bambini sacrificati per far cadere Assad? Ciò mediante l’alleanza oramai organica tra fondamentalisti wahabiti e centrali atlantiche che sta modificando la geografia politica del Mediterraneo e del Vicino Oriente e che punta in prospettiva a demolire l’Europa.

 

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