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Ovviamente c’è la fregatura

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Il rovescio della medaglia: la card ci costerà molto più cara

E’ entrata lunedì in vigore la nuova legge sulle carte di credito, varata dal  presidente Barack Obama lo scorso maggio. “E’ un punto di svolta per i  consumatori americani. Troppo a lungo le società hanno agito senza controllo,  con comportamenti iniqui che hanno penalizzato i consumatori con costi non ragionevoli”, ha detto Obama in una nota diffusa dalla Casa Bianca, in cui ha  sottolineato che si tratta di “un passo senza precedenti nell’ambito degli  sforzi per una significativa riforma finanziaria”.
“I consumatori non sono sollevati dall’obbligo di pagare i propri conti, ma  avranno tutte le informazioni necessarie per prendere decisioni finanziarie in  modo responsabile”, afferma Obama. La legge – chiamata ufficialmente Credit  Card Accountability Responsibility and Disclosure Act, ma nota semplicemente  come Credit Card Act – prevede, come ricorda Radiocor, importanti cambiamenti: le compagnie erogatrici di carte di credito sono tenute a una maggiore trasparenza (per esempio, comunicando quanto tempo occorrerrà per rimborsare il  prestito pagando la quota minima mensile); i titolari delle carte potranno  superare il limite di credito solo se acconsentiranno per tempo a pagare una penale e, a meno che il titolare non sia in arretrato con i pagamenti per oltre  60 giorni, eventuali rialzi degli interessi saranno applicabili solo ai nuovi  acquisti.
La legge impone che le compagnie erogatrici non possano più alzare i tassi di  interesse in modo retroattivo o alzare le commissioni nel primo anno. Inoltre,  “i cambiamenti applicati dovranno essere chiaramente spiegati e sono previste  nuove tutele”, si legge ancora nella nota di Obama. Questi e altri cambiamenti,  che vietano pratiche assai redditizie per le compagnie erogatrici di carte di  credito, potrebbero costare al settore un calo del giro d’affari di almeno 12  miliardi di dollari all’anno, almeno stando allo studio di consulenza legale  Morrison & Foerster. Per questo, le aziende del comparto dovranno cercare altre  fonti di introito, per esempio alzando le commissioni annuali, quelle applicate ai trasferimenti di denaro e alle transazioni condotte all’estero. “Non si  contano le nuove commissioni che possono essere introdotte”, ha detto Curtis  Arnold, fondatore di Us Citizens for Fair Credit Card Terms, un gruppo per la  tutela dei consumatori.

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