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Ovvio. Ma non troppo

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Fini, in veste istituzionale, si schiera a sostegno di un sovrano dibattito sulla pietà

         “Credo che non si tratti di favorire la morte ma di prendere atto dell’impossibilità di impedirla, affidando all’affetto dei familiari e alla scienza dei medici la decisione”. Per questo il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ribadisce che farà “il possibile per correggere un testo che difetta nel rispetto di questo principio”.
Ospite della festa del Pd di Genova, Fini sottolinea di non voler fare “alcuna crociata contro i cattolici, per i quali ho il massimo rispetto ma – sostiene – chi dice che su queste questioni decide la Chiesa e non il Parlamento per me è un clericale. Per me spetta al Parlamento decidere”.
Questo perché “ogni cittadino e ogni parlamentare deve rispondere alla sua personale coscienza. Su questioni relative alla vita e alla morte non ci può essere un vincolo di maggioranza o di partito”.
Opinioni diverse da quelle espresse al Meeting di Rimini di Cl, da Maurizio Sacconi. Il ministro auspica infatti l’approvazione veloce, da parte del Parlamento, della “leggina” emanata per Eluana Englaro, “che riconosce il diritto inalienabile all’alimentazione e all’idratazione”. Deve essere rinviata, invece, “la riflessione più ponderata su tutta la disciplina sulla dichiarazione anticipata del trattamento”.
E a Sacconi risponde Ignazio Marino, candidato alla segreteria del Pd e contrario all’approvazione della “leggina” di cui parla il ministro: “Credo sia davvero un percorso sbagliato insistere con un disegno di legge che aveva già determinato gravi tensioni nel Parlamento e nella nostra società: è auspicabile un percorso diverso, di ascolto, a partire dai medici italiani”.

 

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