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Palermo è rosanero

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Dove rosa sta per antifa pallidi e sbiaditi

Con le minacce e con la violenza gli antifa speravano di far saltare la presentazione palermitana di “Nessun dolore”. Sulle minacce avevano fatto male i calcoli, perché se è facile intimidire un qualsiasi privato, più difficile è far far retromarcia a una libreria Mondadori.
Sulle violenze hanno, ovviamente, fatto affidamento sul cordone di forze dell’ordine che li teneva alla larga dall’esibirsi nel pogo sotto palco e così si sono così dati al lancio di oggetti e bottiglie incendiarie, tanto per fare impressione senza rischiare troppo.
Il loro exploit è stato un boomerang politico, e non solo perché la manifestazione si è tenuta.
Leggiamo qualche commento

Il Velino Sicilia:
Scontri tra le forze dell’ordine e una cinquantina di giovani di sinistra in via Ruggero Settimo, a Palermo. La miccia che ha fatto scattare i disordini è stata la presentazione del libro di Domenico Di Tullio alla Mondadori, “Nessun dolore, una storia di CasaPound”. Già da giorni l’estrema sinistra palermitana annunciava “tensioni” e proteste contro il libro “neofascista” scritto dall’avvocato romano. Bottiglie di vetro e pietre sono state lanciate dai manifestanti contro le forze dell’ordine che non hanno esitato a rispondere con cariche e lancio di lacrimogeni. Una bomba carta è esplosa molto vicino alla Mondadori. In questo momento continuano i tafferugli e il traffico è bloccato. Due le cariche delle forze dell’ordine. Diversi i contusi tra le forze dell’ordine.

adnkronos
”E’ inaccettabile quanto accaduto questo pomeriggio fra piazza Verdi e via Ruggero Settimo, dove un centinaio di estremisti di sinistra ha messo a ferro e fuoco il centro di Palermo, tentando di impedire con la violenza la presentazione del libro ‘Nessun Dolore’ al Mondadori multicenter”. A dichiararlo e’ Filippo Cangemi, segretario provinciale de ”La Destra”, presente questo pomeriggio alla Mondatori. ”Le scene di guerriglia di oggi – aggiunge l’esponente del partito guidato da Storace – erano, peraltro, state ampiamente annunciate dall’attentato incendiario di sabato notte contro la sede palermitana dell’associazione Casapound e dalla contestuale aggressione ai danni di un gruppo di ragazzi aderenti alla stessa associazione da parte di appartenenti a un sedicente centro sociale. La presenza de La Destra alla presentazione di oggi – conclude il segretario provinciale – e’ motivata dalla nostra volonta’ di difendere il diritto alla liberta’ d’espressione, che non puo’ essere impedita da atti di cieca intolleranza politica da parte di teppisti”.

Repubblica (che gioca alla mamma):
Da che mondo è mondo un nemico esterno cementa il gruppo, ne fortifica l’ideologia, offre figure in carne e ossa con cui esercitarsi per l’affermazione dei propri “ideali”. Un nemico è l’altro te stesso che detesti. È soprattutto lo sparring partner che indirettamente ti aiuta a fortificarti. I contrari che si reggono, la materia e l’antimateria, l’una esiste solo in antitesi all’altra. Meglio ancora se i nemici sono sovrastanti di numero. Emergerà di più il coraggio; ferite e carcere sono “segni” da ostentare. Come i tatuaggi che istoriano i percorsi esistenziali.
Gruppi e collettivi, senza nemici si dissolverebbero – sia a destra che a sinistra – come bolle di sapone, verrebbero risucchiati nel buco nero dell’anonimato. Anche in grande il meccanismo è lo stesso: vedi il disorientamento degli Stati Uniti dopo la scomparsa del suo storico nemico e la dolorosa necessità di trovarne al più presto uno nuovo. E allora cari ragazzi dei collettivi, non vi viene il sospetto che presidiare la libreria Mondadori faccia il gioco degli adepti di CasaPound? Che lo scontro sia il mezzo più efficace per ingigantirne la figura? Che l’intolleranza contribuisca a creare una scia di simpatia per chi ne è investito?
D’altra parte quel Fini, oggi bollato dal Blocco studentesco come traditore, non aderì alla destra perché un gruppo di autonomi impediva l’ingresso al cinema bolognese in cui di proiettava il film “Berretti verdi” con il guerrafondaio John Wayne? “Non sono d’accordo con quello che dici ma darei la vita perché tu lo possa dire”, anche se la frase non l’avrebbe detta Voltaire ma l’impalpabile anonimo (come l'”Eppur si muove” di Galilei), ci piace ricordarla lo stesso.
Quella tra CasaPound e i collettivi, è anche una sfida a chi è più apocalittico in un universo di integrati. E qui entriamo in quella sfera di “valori” che accomunano “neri” e “rossi”: il disprezzo per quelle mollezze borghesi che passati i trenta mettono tutti in pantofole davanti al piccolo schermo. E allora una “vita spericolata” diventa un antidoto a quell’altra “vita che un senso non ce l’ha”, entrambe cantate da Vasco Rossi. Quindi i motivi di scontro vanno cercati nell’albero genealogico dei due schieramenti. Nella storia dei padri, nonni, zii e cugini. Eroi perdenti di qua e di là. Per continuare a perdere. Con onore, magari. E con tanti guai.

Complimenti compagni!

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