Paolo Nazzaro ci ha lasciati. Ha scelto un giorno di maggio, la prima mattina del 9, per raggiungere nel Walhalla, a soli 47 anni, le schiere di camerati che in tanti modi hanno segnato il nostro cammino. Lo ha fatto dopo aver combattuto l’ennesima battaglia per la vita, lui che giovanissimo aveva conosciuto i difficili giorni di un trapianto. Ma Paolo sapeva combattere ed affrontava le sfide con il coraggio ed il sorriso dei ragazzi della Charlemagne. Il quartiere Prati e la sua sezione lo avevano battezzato alla politica, poi, con libertà d’animo e di spirito, aveva continuato la sua battaglia dividendola con quella per la vita. Aveva vinto spesso quest’ultima, regalandosi anni e guardando sempre avanti senza piangersi addosso, con la fierezza di un uomo forgiato nel mondo della tradizione. Amava lo sterminato blu del mare ed i profondi silenzi della montagna, tanto da insegnare a tanti giovani l’arte della vela o dello sciare. Negli ultimi tempi aveva abbracciato, con un entusiasmo che non è mai mancato nel suo percorso politico e di vita, tanto la redazione di Noreporter, quanto il progetto della rivista Polaris con cui aveva collaborato alla redazione del primo numero. Chi lo ha conosciuto oggi non piange. Non avrebbe voluto Paolo, non vogliamo farlo noi, suoi camerati. Gli urliamo forte il nostro PRESENTE, sapendo che quella birra che ci eravamo promessi al Cutty è solo rimandata. E la berremo sorridendo in faccia alla vita. Come i ragazzi della Charlemagne.