Se si vogliono cambiare le regole e non fare da grimaldello angloamericano
È esploso il caso Savona.
Su di lui le fonti informate divergono; pare comunque che non abbia sposato la follia dell’uscita dall’Euro; era contrario all’entrata italiana nella moneta unica nelle condizioni in cui si effettuò. Insomma tutt’altra cosa. Non sembrano essere allora in vista i deliri cari ai topolini della destra estrema ammaestrati dal pifferaio wasp che li trascina nel baratro.
La logica annunciata per il dicastero economico leghista non è peregrina in sé: far rispettare gli interessi italiani e discutere diversi punti del rigore. Che non sia peregrina non significa neppure che sia corretta perché sposa un po’ troppo disinvoltamente la logica di un’Italia violentata dai tedeschi ai quali sarebbe necessario ribellarsi. Ciò non è soltanto un’aberrazione morale e l’indice di una piccolezza caratteriale ma è quantomeno inesatto.
Che da un governo a minoranza leghista si debba sperare un rapporto contrattuale con Bruxelles sull’economia e sull’immigrazione è pacifico, a patto però che non si avvii un’azione disgregante, cosa che sembra esclusa. Ma è anche indispensabile che il braccio di ferro non comporti una scelta di campo con i partigiani angloamericani.
In questo Paolo Savona, allievo di Ciampi e di Andreatta, visceralmente antitedesco al punto di accusare la Germania di perseguire ancora la politica del Terzo Reich, non sembra una scelta felice.
Specie oggi che sta iniziando la guerra dei dazi contro l’Europa e quando l’imperialista americano Bannon, che non si sa perché piace così tanto ai postneofascisti sempre più eredi degli azionisti che non delle brigate nere, afferma che l’Italia servirà a colpire l’Europa.
Roba da mandarlo chiaramente e ufficialmente a farsi fottere!
Allora, quali che siano le scelte finali che, probabilmente, saranno predominanti sulle stesse intenzioni delle persone del futuro governo, si scelga qualcun altro all’economia, non chi dà l’impressione di muoversi per i padroni di sempre e contro la nostra indipendenza reale. Un’indipendenza che non è minacciata né dall’Europa, né dalla Germania ma che molto più semplicemente non esiste, spenta da tempi immemori nel servilismo verso gli angloamericani.
È singolare che oggi come allora quel servilismo totale impugni temi patriottici e antigermanici come ai tempi del badogliate e che coloro che s’impegnano in questo sabotaggio per conto del padrone non se ne rendano conto e, anzi, accecati dalla propaganda nemica che hanno fatto propria, addirittura credano di star combattendo il sistema….