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Banksy, l’arte e il nazismo

Un quadro venduto appena due mesi fa a circa 50 dollari e oggi battuto all’asta a partire da un prezzo iniziale di 76mila dollari. Cosa è accaduto nel frattempo? Semplice, il writer Banksy ha messo le mani sulla crosta, trasformandola in un’opera d’arte.
Il tocco d’artista riguarda però un soggetto particolare e che farà discutere. Il quadro di K. Sager si trovava in un negozio gestito da un’organizzazione di beneficenza a New York e ritraeva un banale paesaggio autunnale. Banksy vi ha aggiunto un soldato nazista che, malinconicamente, osserva il tutto seduto su una panchina. Banksy ha chiamato il quadro “The banality of the banality of evil”, cioè “La banalità della banalità del male”.
Il negozio si trova sulla 23esima strada, a New York, ed è gestito dall’organizzazione no-profit Housing Works, che si occupa tra le altre cose di fornire assistenza ai senzatetto e ai malati di Aids.
Nato a Bristol, in Inghilterra, attorno al 1974, Banksy è un misterioso operatore non conforme dell’arte contemporanea, noto per i suoi murales provocatori ma anche per le sue beffe al mondo dell’arte convenzionale (come inserire nei musei finti reperti preistorici con ritratti umoni delle caverne dotati di carrello della spesa).
La sua fama è legata anche ai nove graffiti realizzati nel 2005 sul lato palestinese del muro che divide Israele e Cisgiordania.

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