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Per un pugno di cents

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Questi  sono più voraci dei piranha: ti spolpano e non ti lasceranno più nulla

I soldi contanti hanno i giorni contati? L’immateriale moneta elettronica soppianterà il fruscio delle banconote e il peso delle monetine nelle nostre tasche? Lo scenario è plausibile ma ancora lontano, almeno da noi. Il nostro è un Paese culturalmente legato al denaro tangibile. Lo conferma anche l’Abi, l’associazione delle banche italiane: l’Italia è tra gli stati occidentali con il più basso utilizzo di carte di credito. Secondo la più recente mappatura, sono 34,2 milioni le carte e 33 milioni i bancomat. Al Nord del paese si concentra il 57% delle carte in circolazione contro il 22% del Centro e il 21% di Sud e Isole.
 Per alcuni, però, la guerra al contante è una sfida di civiltà economica da vincere al più presto possibile. Per un motivo fondamentale: i soldi, quelli fatti di carta e metallo, costano troppo. E’ ancora l’Abi che ci illumina con i dati del suo Ufficio studi:  il costo della gestione del contante e della sua sicurezza incide in Europa per 50 miliardi di euro l’anno, di cui 10 spesi dall’Italia. Questo significa che per pagare il personale, le perdite, i furti, le apparecchiature, il trasporto, la sicurezza, i magazzini, la vigilanza, le assicurazioni spendiamo circa 200 euro a testa l’anno. Proprio per sensibilizzare i consumatori sul costo delle banconote, il 21 giugno si terrà il primo “No Cash Day 1”, una manifestazione che invita le persone ad utilizzare almeno per ventiquattro ore solo sistemi di pagamento elettronico.
 Il No Cash Day prevede tavole rotonde sul tema del costo del denaro fisico. L’evento, organizzato da Geronimo Emili – consulente di comunicazione milanese – e realizzato con il contributo di sponsor importanti, a partire da Mastercard, è un’iniziativa del circuito “War on cash”, che da alcuni mesi si batte per informare i consumatori sul lato “oscuro” delle banconote. A spiegare il perché di tanto astio contro il contante è lo stesso Emili: “Sono molte le motivazioni che dovrebbero indurci a migrare su altri sistemi di pagamento – assicura l’ideatore del “No cash day” – a partire dal costo esorbitante della gestione del denaro, l’impatto ambientale, l’utilizzo per evadere le tasse, ma anche la pericolosità per la salute, l’igiene. Il contante, inoltre, non è tracciabile, e ciò lo rende il migliore amico del nero». Non a caso il ministro del Tesoro svedese ha sostenuto, senza troppi giri di parole, che ormai a utilizzare le banconote sono solo malavita e vecchiette. In Italia, però, la situazione è differente. “Se in Svezia il 95% dei pagamenti avviene per via elettronica – continua Emili – in Italia siamo distanti anni luce da questi traguardi”.
 In verità sul fronte dell’incentivazione della moneta elettronica come mezzo contro l’evasione fiscale qualche passo si è fatto anche da noi. La prima tappa, risalente alla scorsa legislatura, è stata l’introduzione di limiti precisi all’uso del denaro contante e degli assegni non tracciabili. Con il decreto Bersani del luglio 2006, infatti, i compensi ai professionisti sono divenuti riscuotibili solo mediante strumenti finanziari tracciabili e non in contanti, fatta eccezione per somme unitarie inferiori a 100 euro. Con il decreto legge 78 del 31 maggio 2010 è stato dato un ulteriore giro di vite: non è più possibile trasferire denaro contante, avere libretti al portatore, emettere assegni trasferibili di importo pari o superiore a 5mila euro.
 Ma la lotta alla cartamoneta si basa anche su altri argomenti, tra cui la sicurezza e la salute. “Nel 2009 – spiega ancora Emili a prova della sua tesi – si sono registrate in Europa circa 1.800 rapine in banca. Di queste, il 40% è stata messa a segno in Italia”. Inoltre, nel primo semestre del 2010, la Banca d’Italia ha riconosciuto false oltre 72 mila banconote. Il più contraffatto è il taglio da 20 euro, con il 53,3% del totale dei falsi individuati in circolazione. In Europa, nell’ultimo anno, sono stati ritirati 387 mila biglietti in euro falsi. Quanto agli aspetti igienici, l’ideatore del No cash day aggiunge: “La vita media di un biglietto da 1 dollaro è di circa 18 mesi, mentre una banconota da 100 dollari passa di mano in mano anche per 7 anni e mezzo. Uno studio condotto negli Usa – spiega ancora Emili –  documenta come il 18% delle monete e il 7% delle banconote in circolazione siano veicoli di batteri anche potenzialmente pericolosi come l’escherichia coli e lo stafilococco aureo. Le monete bimetalliche da 1 euro e da 2 euro sono realizzate con una lega di rame-nichel e con una di nichel-ottone e una ricerca pubblicata sul British Journal of Dermatology ne ha evidenziato la capacità allergizzante. Inoltre, 9 banconote su dieci negli Usa registrano la presenza di cocaina sulla propria superficie”.
Un’altra curiosità del contante è il rischio di perderlo, dimenticarlo o rovinarlo: la Banca d’Italia ha evidenziato come nel passaggio dalla lira all’euro siano andati letteralmente persi circa 2.500 miliardi di lire. Queste banconote (in gran parte pezzi da mille) tra poco non potranno essere più convertite e perderanno ogni valore.
L’impegno delle banche nella direzione della virtualizzazione del denaro è costante da alcuni anni a questa parte. Di recente molti istituti hanno introdotto dei costi per il prelievo del denaro dagli sportelli, in modo da incentivare i clienti a passare ai conti online e a usare bancomat e carte di credito. Un’operazione che ha sollevato però le polemiche delle associazioni dei consumatori 2 per i modi in cui è stata portata avanti.
E’ tuttavia vero che riducendo il numero di operazioni agli sportelli, e gestendo il proprio conto attraverso la rete, è possibile risparmiare diverse decine di euro ogni anno. Secondo le rilevazioni di Supermoney 3, il portale del confronto conti correnti e delle tariffe, un cliente di 30 anni con un’alta operatività e una giacenza media sul conto di 1.500 euro, che accredita lo stipendio sul conto e che usa il conto solo online, guadagna fino 47,9 euro all’anno. Viceversa, chi necessita di un rapporto con la filiale, spende fino a oltre 110 euro.
Dunque monete e banconote in pensione? In realtà la strada, a ben guardare, sembra ancora lunga. Solo per quanto riguarda l’euro, attualmente sono in circolazione oltre 13 miliardi e 600 milioni di banconote per un valore di 815 miliardi e ogni anno, ne vengono rimpiazzate tra 6 e 10 milioni. Sul fronte delle monete, ne circolano 91 miliardi e oltre 800 milioni di esemplari che valgono, in totale, quasi 22 miliardi di euro e che formerebbero, messe una sopra l’altra, una pila lunga 4 volte la circonferenza della Terra.
R.I.P. adios, adieu signori miei!

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