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I prodigi di Simon Mago

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Futurbank è iniziato: vai in bancarotta senza passare dallo sportello

Prima o poi doveva succedere. Al crescere del valore di una cosa, aumenta anche la sua appetibilità  agli occhi di chi se ne vuole appropriare indebitamente. E così è successo anche per Bitcoin, la moneta virtuale creata in una Rete peer to peer e considerata pericolosa da banche e governi, attraverso la quale si possono spendere soldi sul Web senza intermediari e senza che nessuno venga sapere come. Il suo valore è aumentato esponenzialmente nelle ultime settimane, passando da pochi centesimi a diversi dollari/euro (all’incirca 20 dollari, per ora, ma il valore può cambiare dalla sera alla mattina). Irrisori conti virtuali si sono trasformati improvvisamente in piccole fortune, talvolta non abbastanza ben protette e alla mercé di ladri della Rete.
A farne le spese, un veterano nell’uso della moneta virtuale (nome in codice allinvain) il quale, come racconta sul bitcoin forum, si è svegliato lunedì mattina con il portafoglio virtuale pesantemente alleggerito di buona parte dei suoi 25mila BTC pari circa, secondo le valutazioni di quel giorno, a circa mezzo milione di dollari. Non è ancora stato possibile, spiega Ars Technica che ha riportato la notizia, verificare che non si tratti di uno scherzo o di un post fasullo.
Non è ancora del tutto chiaro, poi, come sia stato possibile per il ladro intrufolarsi nel conto, criptato, di allineai: se cioè si sia trattato di un problema di sicurezza del sistema operativo o di qualche altro bug. Certo è che non c’è via di scampo. “Tutte le transazioni di Bitcoin sono distribuite online, per rivendicare una somma persa si dovrebbe coinvolgere ogni singola transazione presente nella reteâ”, spiega Gavin Andresen, leader del Bitcoin software project, intervistato da Ars Technica.
Tuttavia, vero o falso che sia, il post evidenzia, oltre ai vantaggi dell’assenza di intermediari e di tracciabilità  delle transazioni – maggiore libertà , anonimato, privacy e anche gli svantaggi. La tracciabilità  infatti aumenta le possibilità  di proteggere i propri soldi da furti e frodi. Inoltre, Bitcoin è ancora in fase sperimentale e per ora non ci sono sistemi in grado di seguire i capitali rubati; probabilmente poi non ci sarà  mai un modo per rendere reversibile una transazione non autorizzata, perchè quelle di Bitcoin sono progettate apposta per non esserlo. “Appena una transazione raggiunge la rete se ne generano altre basate su essa, rendendo molto complicato risalire all’origine”,  illustra Andresen.
Attualmente quindi, la moneta è un work in progress, alla portata solo degli utenti tecnicamente più capaci. Ma secondo il responsabile del Bitcoin software project non sarà  sempre così un giorno sarà  disponibile per tutti in maniera sicura.
Per esempio,spiega,si potrebbe dividere la chiave di sicurezza del proprio conto tra co mputer e telefonino;in questo caso per accedere illecitamente alla valuta bisognerebbe craccare entrambi contemporaneamente.
Come sottolinea Ars Technica però, anche soluzioni come questa hanno diversi  punti deboli e potrebbe comunque rivelarsi indispensabile un intermediario deputato al controllo delle transazioni e a servizi antifrode o furto. Per esempio già  esiste Clearcoin, servizio per la sicurezza dei pagamenti online che tiene in garanzia il pagamento fino a che il compratore non ha ricevuto la merce acquistata. Oppure sono disponibili   banche, come MyBitcoin, che conservano al sicuro i patrimoni digitali dei clienti e che possono investire più dei singoli in sistemi di sicurezza. Questi non sono altro che intermediari di fatto, con gli stessi vantaggi e svantaggi (un governo potrebbe chiedere di bloccare i depositi dei clienti)
di quelli delle transazioni tradizionali. Tuttavia Andresen è convinto che tutti questi problemi potranno presto essere risolti, ma non prima che la comunità  di utenti  (e quindi il valore della moneta e delle transazione) sia cresciuta abbastanza da valere lo sforzo.

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