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Per un pugno di rubli

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E’ lecito farsi finanziare da un governo straniero?

La stampa ha scoperto il segreto di Pulcinella. Che da almeno un anno a questa parte la Russia stia finanziando le estreme destre è cosa risaputissima. Lo scoop viene solo a giustificare come costruito a tavolino il successo di Salvini che invece è dovuto a ben altro.
Nessuna novità clamorosa in questo finanziamento in cui d’altronde risiede una delle chiavi di lettura dell’appoggio incondizionato ai russi contro Kiev malgrado la forte connotazione antifascista e le leggi liberticide contro di noi. Mai contrariare chi ti paga…
Peggio: alcuni che ancora non sono a stipendio si sono messi a elemosinare: ogni capriola gli è parsa possibile pur di ottenere qualche spicciolo, persino l’aderire al Soviet Antifascista della Federazione Russa. La dignità e la coerenza non hanno cittadinanza a certe latitudini.
Ma non ho voglia di parlare di questi minuscoli questuanti che stanno alla politica come i ladri di rame stanno alle ferrovie. Meglio concentrarsi sui soggetti politici che ricevono o che riceveranno presto fondi dalla Russia, ovvero la Lega, il Front National, Jobbik.
Riferendosi ai soggetti politici reali, quelli che ai finanziamenti sono arrivati per meriti propri, dobbiamo porci qualche domanda e darci qualche risposta.
E’ corretto ricevere fondi dalla Russia? E’ possibile farlo senza restare schiavi?
Partiamo dal presupposto che non è uguale essere finanziati da chi non comanda in casa tua e da chi vi comanda (New York, Londra, Tel Aviv). Le condizioni non sono esattamente le stesse. Tuttavia per poter mantenere indipendenza di giudizio e la possibilità di contrattare sempre è necessario che i finanziamenti non superino mai il 25% dei fondi di un partito e soprattutto che l’apertura di crediti sia sfruttata per operazioni commerciali e imprenditoriali che finiscono con l’autonomizzarsi. E’ la logica di Lombardia-Russia che non è quella del travet assoldato ma della creazione di vere e proprie camere di commercio.
Al fine di non fossilizzarsi, sarebbe bene che la medesima struttura operativa fosse allargata ad altri soggetti internazionali affinché la dipendenza da un partner sia scongiurata.
Infine gli investimenti devono garantire la costituzione di un contropotere economico, sociale e culturale come c’insegnano i greci di Alba Dorata i quali però versano la metà di ogni emolumento alle spesse di partito. Ed ecco quale dovrebbe essere la prima mossa da compiere ovunque.
A queste condizioni, che per la Lega e Jobbik in parte ci sono e su cui è invece ampiamente carente il Front National, il finanziamento da una potenza non direttamente dominante da noi non è più uno scandalo. Ma perché non lo sia bisogna realizzare queste condizioni.
A posteri immediati l’ardua sentenza.

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